Il secondo fallimento di Blockbuster: la serie Netflix non convince

La nuova serie comedy di Netflix sull’ultimo negozio della catena Blockbuster non funziona: grandi potenzialità ma poche risate.


Vi ricordate dei Blockbuster? Erano posti magici, negozi dove grazie a una tesserina plastificata potevi noleggiare cassette e dvd e portare il cinema a casa tua. La catena di negozi videonoleggio arrivò in Italia nel 1994 e chiuse il suo ultimo punto vendita nel bel paese nel 2012.

Negli USA la storia di Blockbuster è durata un po’ di più. Due store hanno resistito fino al 2018 in Alaska, dove la copertura internet non eccelsa era di ostacolo allo streaming. Il negozio di Bend (Oregon) si è aggiudicato il titolo di “ultimo Blockbuster sul pianeta terra”. Simbolo di un’era passata, è oggi un’attrazione turistica dove è possibile comprare gadget e fare un tuffo nostalgico negli anni ’90.

La televisione digitale on demand e la diffusione di Netflix, inizialmente azienda che recapitava i dvd a domicilio e poi servizio di streaming, furono le cause principali del crollo di Blockbuster.

Il secondo fallimento di Blockbuster è arrivato invece con la nuova serie comedy targata Netflix.

Qualcosa non va…

Prima di guardare la serie è necessario prendere coscienza del fatto che la cooperazione Blockbuster-Netflix è un paradosso. Infatti, anche se i protagonisti rischiano di perdere il lavoro a causa della diffusione dello streaming, Netflix non espone mai in modo critico il proprio ruolo, ma si limita a far dire a uno dei personaggi che “Internet fa schifo”.

La serie mostra delle incongruenze con la storia vera. Innanzitutto non ci troviamo a Bend, ma in una non meglio specificata città del Michigan e il negozio si trova all’interno di un centro commerciale. Questo apre la strada a un susseguirsi di scelte fantasiose che si distaccano dalla realtà e che puntano alla creazione di situazioni comiche.

Dopo aver creato Superstore e Brooklyn Nine-Nine, Vanessa Ramos tenta di portare l’umorismo da workplace comedy anche in Blockbuster, ma purtroppo mancano battute sottili e personaggi memorabili.

La trama di Blockbuster è semplice e un po’ prevedibile

La serie non parla della storia dell’ultimo negozio di Blockbuster, come ci si aspetterebbe, ma ruota intorno alla vita di Timmy Yoon (Randall Park). Il protagonista ha lavorato per Blockbuster sin dall’adolescenza e, dopo una telefonata in cui apprende la liquidazione dell’azienda, si trova a dover prendere le redini dell’ultimo negozio di Blockbuster al mondo.

Tra Timmy e la sua dipendente Eliza Walker (Melissa Fumero) c’è un “non detto”. Timmy ha una crush per lei dalle scuole superiori e ha finalmente deciso di dichiararsi, ma prima di averne l’occasione lei gli rivela che vuole tornare con l’ex marito.

La squadra di Timmy prevede anche altri quattro simpatici dipendenti: Carlos (Tyler Alvarez), Hannah (Madeleine Arthur), Kayla (Kamaia Fairburn) e Connie (Olga Merediz). Ognuno di loro attraverserà una crescita personale grazie al rapporto di amicizia instaurato con i colleghi.

La serie sottolinea spesso l’importanza delle relazioni umane. Ad esempio, viene mostrato come Timmy conosca bene i suoi clienti e sia in grado di consigliare il film più adatto ad ognuno di loro meglio di quanto farebbe un algoritmo.

Il cast – Da sinistra a destra: Carlos (Tyler Alvarez), Hannah (Madeleine Arthur), Connie (Olga Merediz), Timmy (Randall Park), Eliza (Melissa Fumero), Percy (J.B. Smoove), Kayla (Kamaia Fairburn)

La serie Netflix non soddisfa

Blockbuster è una serie piacevole con uno stile un po’ antiquato. Ricorda le vecchie sitcom in cui è sufficiente qualche battuta per tenere compagnia mentre si stirano le lenzuola.

Netflix purtroppo non è riuscita né a farci ridere per davvero né a rievocare il fascino nostalgico del noleggiare un film. Alla fine, ci tocca dire che la serie non ha l’energia giusta per celebrare la leggenda di Blockbuster.


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