L’accordo tra Meta, holding di Facebook e Instagram, e SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) è scaduto il 1° gennaio 2023 e non è stato rinnovato. Ciò ha generato sconcerto e amarezza tra user e creator sui social ma anche tra gli artisti.
Non essendo stato possibile trovare un accordo economico soddisfacente per entrambe le parti, nei post, nelle storie e nei reels sono spariti tutti i sottofondi musicali appartenenti al repertorio SIAE. Non si sta parlando di numeri trascurabili, ma di 62 milioni di opere! Tuttavia, al momento, nella libreria dei brani musicali di Instagram si possono trovare ancora alcuni artisti italiani che non si affidano a SIAE, ma a Soundreef tra cui i Pooh, Laura Pausini, J-Ax, Fabio Rovazzi, Rkomi, Morgan.
Cosa è successo tra Meta e SIAE?
Il 16 marzo 2023, è giunta, da entrambe le società, la comunicazione sull’impossibilità di trovare un accordo per il rinnovo delle licenze.
Il portavoce di Meta ha dichiarato: “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con SIAE. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta. Per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale”.
SIAE ha risposto con un comunicato stampa in cui espone quanto accaduto come una “scelta unilaterale” di Meta che ha rifiutato di condividere informazioni rilevanti al fine di trovare un accordo trasparente e equo.
In pratica, SIAE, che ha in catalogo il 99% della musica italiana, chiedeva a Meta di quantificare i ricavi relativi ai contenuti che sfruttavano i suoi brani musicali come colonna sonora. Meta però si è rifiutata e ha proposto unilateralmente le condizioni che sono state accettate in molti altri Paesi europei come Spagna, Francia e Germania. D’altronde non c’era da aspettarsi niente di diverso: Meta, come tutte le Big Tech, non fornisce verticalizzazioni nazionali sul proprio giro d’affari.
Il comunicato di SIAE contiene parole forti da cui traspare la presa di posizione contro Meta: “SIAE ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal primo gennaio 2023. SIAE non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”.
Come cambieranno i social: i brani SIAE spariscono
I brani SIAE non potranno più essere utilizzati per i reel, le storie e i video sia su Facebook che su Instagram. I contenuti già pubblicati che contengono un brano SIAE saranno rimossi da Facebook e silenziati su Instagram dove si potrà decidere di cambiargli colonna sonora.
La musica del catalogo SIAE resta disponibile su altri social tra cui YouTube e TikTok. I creator che già si stavano spostando su altre piattaforme adesso hanno un motivo in più per abbandonare Meta.
Un caso unico in Europa: SIAE altezzosa o coraggiosa?
Il mancato patto Meta-SIAE è un caso unico in Europa. Negli altri Paesi pare che Meta sia riuscita a stipulare accordi con i vari organismi nazionali che tutelano il lavoro di artisti e compositori. Tuttavia, bisogna considerare che il mercato del diritto d’autore, nonostante il quadro comunitario tracciato dalla Direttiva Barnier, è frutto di un’evoluzione storica e ha peculiarità differenti in ogni paese. I ricavi del settore in Italia si aggirano sui 308 milioni, di cui un terzo è generato dal segmento digital. Molte Big Tech hanno alle spalle una storia di value gap. Gli artisti spesso non sono pagati in modo equo per l’utilizzo dei loro brani e il problema è sempre lo stesso: la musica deve essere accessibile a tutti ma il lavoro va ricompensato.
La disputa tra Meta e SIAE ha fatto perdere ai creator anni di lavoro
A causa del fallimento dell’accordo, i creator che utilizzavano musica italiana tutelata dalla SIAE hanno perso i loro contenuti. Sono andate perse completamente anche le tracce audio in cui vi era una sovrapposizione tra musica e parlato, trasformando contenuti che avevano richiesto ore di lavoro in video muti senza più valore comunicativo.
Un esempio? La storia di Esmeralda Moretti (@esme__psithurisma), creator che si occupa di cultura e filosofia, che da un giorno all’altro ha visto sparire l’audio dai suoi video. Esmeralda ha dedicato due anni della sua vita a creare contenuti di stampo divulgativo. Scrivere il contenuto, recarsi nella location adatta, girare il video ed editarlo può richiedere fino a sei ore.
Nonostante i contenuti risalgano a un momento in cui l’accordo SIAE e Meta era ancora in vigore, le conseguenze del braccio di ferro tra SIAE e Meta sono retroattive. Si ripercuotono quindi su tutti i video in cui sono stati utilizzati i brani SIAE, causando un danno enorme a tutti i creator.
Cosa succederà? Si può davvero rinunciare a un accordo?
Di sicuro la partita non è chiusa. Se Meta decidesse di fare a meno della musica italiana definitivamente rischierebbe di perdere milioni di utenti che passerebbero con grande probabilità a TikTok. Bisogna anche chiedersi se la SIAE sia in grado di resistere.
Se i brani SIAE non potranno più essere utilizzati su Instagram e Facebook, gli artisti italiani perderanno popolarità? Gli utenti si affezioneranno di più ai cantanti stranieri ancora presenti sui social? Quanto tutto ciò impatterà sulle vendite dei dischi e dei biglietti dei concerti? Anche gli eventi musicali come Sanremo subiranno delle ripercussioni?
Questa controversia si presenta come un’occasione per SIAE di battersi veramente per una remunerazione più adeguata degli artisti e per una maggiore trasparenza delle Big Tech che sfruttano i brani musicali. Al momento, le conseguenze evidenti sono quelle per utenti e creator, ma se l’accordo non sarà raggiunto ci saranno effetti negativi per entrambe le società.
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