Il Palazzo Reale a Milano, dopo ben quarant’anni, torna con una mostra dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025 dedicata ad Edvard Munch contenente cento suoi capolavori espressionisti provenienti dal Museo MUNCH a Oslo.
Edvard Munch
Edvard Munch, uno dei più celebri pittori espressionisti, nasce nel 1863 a Ådalsbruk (comune norvegese della contea di Innlandet) e muore nel 1944 ad Oslo. Le sue opere più note sono: L’Urlo, Malinconia, La Fanciulla malata e L’Ansia.
Inizialmente, alla sola età di un anno, la sua famiglia si trasferisce a Kristiania (nome originale di Oslo). Munch vive in varie case nel quartiere di Grünerløkka. La sua intera vita è segnata da alcuni tragici lutti familiari, ossia la morte della madre nel 1868 e della sorella nel 1877. Durante il corso della sua infanzia a Oslo, Edvard diventa un artista. Rompendo con la tradizione dell’epoca (ossia col naturalismo dominante), avvia il suo viaggio artistico verso l’espressionismo. Nel 1889, Edvard lascia Kristiania e solo dopo vent’anni ci ritornerà. Durante il periodo di distacco dalla sua città, si reca a Parigi, Berlino e per un po’ di tempo ad Oslo. Espone alcune suoi quadri presso la Galleria d’Arte Blomqvist. A partire dai primi anni del Novecento, il pittore comincia a soggiornare soprattutto lungo il fiordo ad Oslo. Al suo ritorno a Kristiania, acquista la proprietà Ekely a Skøyen, dove mantiene sia la sua residenza, sia il suo atelier. Nonostante sia ancora un artista decisamente molto attivo, decide di isolarsi sia da Oslo, sia, più in generale, dalla gente. Nel corso di tutta la sua vita, si dedica maggiormente alla pittura, sperimentando anche l’arte cinematografica e la fotografia.
In generale, Munch è solito concentrarsi più sull’aspetto espressivo, soggettivo ed emotivo, raffigurando scene, spesso astralizzate, dai contorni definiti e dai colori simbolici.
L’espressionismo norvegese
L’espressionismo, precisamente quello norvegese, è una corrente artistica (privo di un manifesto) nata in Norvegia principalmente ad Oslo. Si sviluppa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX e si intreccia col simbolismo ed il modernismo.
Si caratterizza per la presenza di un’importante parte emotiva ricca d’autenticità. Esprime una decisiva connessione col paesaggio scandinavo. L’uso del colore è audace, le figure sono alquanto deformi e gli stati d’animo sono piuttosto intensi. Si tratta di un movimento artistico molto influenzato dalla vita quotidiana e natura norvegese. Si focalizza su svariati temi psicologici e sociali che riflettono una critica alle convenzioni e società: l’angoscia, il dolore, la gelosia, la morte e la melanconia.
I principali esponenti di questo filone artistico in Norvegia, oltre ad Edvard Munch, sono: Johan Fredrik Fritjof Hjalmar Krog, Axel Revold, Gustav Vigeland e Christian Krohg.
La mostra
L’esposizione artistica realizzata vuole rendere il pubblico un attento osservatore dell’arte di Munch.
In primo luogo, il visitatore nota la predisposizione dell’artista a trasferire sulla tela le emozioni a colori (a volte leggermente sbiaditi) associate ai suoi ricordi (Laura Munch). In seguito, lo spettatore osserva una serie di dipinti ritraenti dei giovani intellettuali anarchici intenti a produrre testi e manifesti contrari al potere costituito (Il Circolo Bohemien di Kristiania). Dopodiché, il turista è catturato da un insieme di quadri colorati in cui le figure, nonostante raffigurate in gruppo, si ritrovano sole ed esprimono inquietudine e precarietà (La Morte nella Stanza della Malata).
In secondo luogo, il pubblico si incanta davanti ad una serie opere raffiguranti la malattia, la fragilità del corpo umano e la morte; queste immagini sono cariche d’agonia, provata da chiunque osservi qualcuno morire e lottare, quindi contro la sua malattia (Bambina in procinto d’affogare o La Morte e La Primavera o La Stanza della Morte). Successivamente, l’osservatore si stupisce davanti sia all’erotismo del pittore (Il Bacio o Coppie che si baciano nel parco – Fregio di Linde, sia al suo interesse verso il mondo vampiresco (Vampiro nella foresta). Il visitatore, poi, denota il debito di Munch verso l’Italia (La Tomba di P.A. Munch a Roma).
Infine, lo spettatore ammira diversi ritratti eseguiti dall’artista ed, in aggiunta, vari paesaggi dipinti inquieti, quasi disturbanti, tuttavia seducenti (Ragazze sul ponte o Muro di casa al chiaro di luna o Notte stellata).
Attraverso la mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita ed il suo significato, ma anche di aiutare gli altri a comprendere la propria.
Edvard Munch