In seguito alla pubblicazione, il 6 ottobre, del loro nuovo EP Camera con Ombre, abbiamo avuto la possibilità di intervistare gli ACME, band romana che non vuole conformarsi alle etichette e che naviga controcorrente rispetto al mainstream musicale di questi anni.
Il progetto nasce nel 2022 con la pubblicazione del loro primo EP Gioco folle e con grande sorpresa dei membri del gruppo, ha raccolto un grande consenso da parte del pubblico.
Radio Bicocca ha potuto intervistarli per voi e scoprire di più su questo progetto musicale così particolare.
Come definireste il vostro progetto?
Non c’è una sola interpretazione di questo progetto, ci sono moltissime sfaccettature. Nasce per gioco, tra una bevuta e l’altra nei vicoli di San Lorenzo. Non ci aspettavamo che la gente avrebbe apprezzato così tanto la nostra musica, è stato lì che abbiamo deciso di darci davvero da fare.
“Trio inattuale che si muove tra teatralità ed egocentrismo” cosi vi siete definiti. Da cosa nasce questa definizione?
Era il nostro modo di definire un progetto che vuole essere unico, guarda la società anche con un occhio critico. Infatti le nostre canzoni celano un appello a guardare le cose diversamente.
Come riuscite a trovare un equilibrio tra le vostre differenze individuali?
Effettivamente noi siamo molto diversi ma non si sa perché quando cominciamo a suonare, come per magia, troviamo un’armonia tra di noi. Anche se ci sono delle divergenze, quando iniziamo a suonare sparisce tutto. È ovvio che, come per tutti i gruppi, esistano anche dei momenti difficili ma sono cose che riusciamo sempre a superare ridendoci su.
Nei vostri brani c’è tanta poesia e filosofia, cosa vi ispira principalmente nel processo di scrittura?
Ci facciamo molto ispirare dai testi classici, alcune delle nostre influenze principali sono Nietzsche o Petrarca. Ci facciamo molto ispirare anche dai nostri ascolti musicali individuali e dal confronto tra di noi. A volte invece semplicemente andiamo in studio e partiamo da un groove o da un giro che ci è venuto in mente e da li cerchiamo di costruire il brano.
Come è nato Camera con Ombre?
I brani in “Camera con ombre” sono nati molto rapidamente perché sentivamo l’esigenza di distaccarci dai nostri lavori precedenti. È stato un album molto immediato e in questo senso è anche un po’ l’elemento che ci contraddistingue. Tutti i nostri brani nascono in un processo molto naturale e questo si riflette anche sul live. Per noi è come camminare o bere, non viviamo la scrittura delle canzoni come un compito da svolgere, ma come un processo che fa parte di noi.
Per voi è molto importante la dimensione del live, come descrivereste un live degli ACME?
I live degli ACME sono liberatori, spregiudicati, si poga tantissimo. Il pubblico si appassiona e noi questo lo sentiamo. È un live sincero, in cui cerchiamo di coinvolgere tutti, è un’esperienza condivisa. Poi c’è sempre gente nuova quindi si crea sempre una situazione diversa. Per noi è davvero gratificante.
Temete che per arrivare alla gente dovrete un po’ snaturarvi?
Ovviamente il mondo della musica è un mondo complesso, che noi non conosciamo ancora benissimo. Il nostro obiettivo è non snaturarci, a noi ora interessa essere noi stessi e trasmettere ciò che proviamo. Però siamo anche consapevoli che è facile dirlo ora, non si può prevedere cosa accadrà. Quello che ci auguriamo come tutti è ovviamente arrivare a più gente possibile, ma noi non siamo nati per diventare famosi. Il nostro progetto nasce per una nostra esigenza.
Cosa avete in programma prossimamente? Ci puoi dare qualche spoiler?
Ora siamo in fase di scrittura, quindi abbiamo un po’ ridotto la dimensione dei live perché il nostro obiettivo è far uscire il nostro primo album entro il prossimo anno.
Noi ringraziamo moltissimo gli ACME e in particolare Leonardo pe questa intervista e vi invitiamo a seguirli su tutti i loro social: