Il 22 ottobre la Virgin Records/Universal ha reso disponibile Bromance, il primo album realizzato da Corrado Grilli e Corrado Migliaro, meglio noti come MECNA e CoCo.
La collaborazione musicale era stata annunciata dai cantanti con la pubblicazione dell’intro Bromance che pare essere una conversazione tra i due artisti in cui dichiarano di essere consapevoli di quanto la notizia arrivi inaspettata per i loro ascoltatori.
Poco dopo, invece, abbiamo un ulteriore assaggio di Bromance con la traccia La Più Bella. È un omaggio, questo, a La Più Bella del Mondo (1995) di Raf riadattato ai giorni nostri grazie all’uso di un rap dalle sfumature un po’ pop.
Bromance: una storia d’amore fraterna
Siamo nel 2017 e i due Corrado si ritrovano a dividere il microfono per la prima volta con The Night Skinny, nella creazione della traccia Equilibrio.
Tra mille nomi che io mi darei mi chiami Corrado dice MECNA nell’intro del pezzo e CoCo gli fa da eco. Si tratta di un semplice verso ma è anche il preludio alla nascita di un’alchimia che ritroveremo nelle loro successive collaborazioni come nei brani Tu ed Io, Se Mi Perdo Altrove, Si Baciano Tutti e For You uscito quest’anno.
MECNA e CoCo si sono incontrati a metà strada, i due hanno in comune le cose che contano davvero come la passione per la musica, la profondità poetica dei loro testi e il nome. Hanno sfruttato, invece, le loro differenze per creare armonia lungo le tracce del loro sodalizio musicale in questo nuovo album.
Se MECNA ha più una tendenza verso il rap, CoCo rientra nel mondo pop. Per tutta la durata dei brani, si alternano costantemente e giocano con le parole fino a raggiungere l’equilibrio tra generi musicali diversi quali l’elettronica e il R&B.
Le 12 tracce di Bromance
Il troppo stroppia. I due Corrado sembrano esserne consapevoli. Per questo motivo hanno dato vita a pezzi che portano impronte diverse tra loro per evitare la monotonia. Il risultato finale è un album eterogeneo, ma comunque coerente con la natura dei suoi creatori. Ora, parliamo un po’ dei testi.
Che la musica ci metta a nudo è inevitabile, ma c’è chi tende a tenersi addosso più strati possibili e chi, invece, non ha più paura nel farsi vedere per com’è. MECNA e CoCo rientrano nella seconda categoria esattamente come il loro album dalle note romantiche, riflessive e pensierose. Lo notiamo soprattutto in Amici e Vita Normale dove raccontano di ricordi che si mischiano con il presente, di rapporti e amicizie varie ma anche di come hanno deciso di vivere la loro passione per la musica.
Non è colpa mia se non è una vita normale la mia
Vita Normale
Gli amici sono persone nelle quali ci riflettiamo e che portano l’odore di casa. È vero, anche, che a volte le amicizie ci richiedono di uscire dalla nostra comfort zone. In questo caso, con Longsleeve e Sali Su assaggiamo qualcosa di atipico. Chi li segue da un po’, se ne sarà accorto: MECNA e CoCo hanno fatto un esperimento stilistico e sonoro che non può passare in secondo piano. Sali Su è un brano sensuale che parla di catturare il presente e goderselo a pieno perché tutto è passeggero mentre in Longsleeve cantano di qualcosa che li accumuna: la passione per le maniche lunghe.
L’Anima di Bromance
Per certi versi, possiamo considerare Anima (produzione Geeno) come il centro dell’album. Non perché è le sue fondamenta, ma perché scava lentamente fino ad arrivare in profondità. Si dice che una volta toccato il fondo, bisogna risalire. Se le loro voci ci trascinano giù, anche da lì riusciamo a vede uno spicchio di cielo. La disperazione e la densità di questo pezzo non ci devasta totalmente, è proprio quel frammento di nuvole che si schiariscono a darci speranza.
MECNA canta stavo provando a salvarmi l’anima, ho incontrato il diavolo ma non l’ha guardato mai.
È un tentativo di fuga questo. Di risalire e ricominciare da capo. Racconta degli alti e bassi di una vita in cui spesso ti perdi ma, con un po’ di fortuna, puoi ritrovarti.
Per chiudere l’album abbiamo Alla Fine (produzione Sick Luke), un pezzo perfetto che continua i pensieri sorti in Anima. Parla della vita e di cosa ci sia dopo. Dell’impossibilità di sapere e del fatto che a volte va bene così. È una prospettiva matura, di chi ha imparato a furia di sbagliare ed è arrivato, appunto, alla fine di un percorso.
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