C’era una volta a…Hollywood

La fiaba di Hollywood secondo Tarantino


C'era una volta a Hollywood

C’erano una volta ad Hollywood, due amici che si sostenevano a vicenda, avendo ormai capito di essere giunti al tramonto della loro carriera cinematografica e dovendo quindi dire addio alle luci della cinepresa, della fama, della gloria. Ma solo una cosa è certa: the show must go on!

Un po’ il mantra di ogni attore di Hollywood, un po’ la speranza a cui ci si aggrappa per riuscire a risalire dal fondo. A questa speranza si aggrappa anche Rick Dalton (Leonardo di Caprio), attore in declino, celebre per il suo ruolo in un telefilm western degli anni ’50 che riscosse parecchio successo, ma non fece decollare la carriera di Rick. La sua controfigura nonché migliore amico, Cliff Booth (Brad Pitt) è una presenza costante nella sua vita, sia per un sincero legame d’amicizia sia come “tuttofare”, in attesa di riprendere a svolgere la professione di stuntman. Sharon Tate (Margot Robbie), bellissima e scatenata attrice all’inizio della sua carriera, sposata con il famoso regista Roman Polański, si è da poco trasferita nella villa accanto a quella di Rick Dalton.

Questi sono i protagonisti principali attorno a cui ruota il film di Quentin Tarantino, all’interno del quale orbitano una serie eventi e caratteristiche tipiche del tempo in cui è ambientato, il 1969. Gli hippy che cercano cibo nei bidoni dell’immondizia e vendono sigarette “corrette” con droghe, whisky, balli scatenati, instabilità emotiva e risse con un improbabile Bruce Lee, cinema italiano di serie b a vecchie glorie come Dean Martin. Il film, dalla durata di 2 ore e 40, si concentra su una prospettiva generale del mondo cinematografico degli anni per poi restringere l’inquadratura sulle vicende dei nostri tre protagonisti, accompagnandoci nel corso di una giornata e di una notte in particolare, dove entrano in scena “seguaci di Manson”, un gruppo di Hippie che dietro direttiva del loro leader, assassinavano crudelmente per le più varie ragioni. L’inizio del film è profondo, cerca di far comprendere l’altalena emotiva che si trova a vivere una star senza un lavoro, combattuta tra il lasciarsi andare al declino e il combattere accanitamente per evitarlo, affogando i dispiaceri nell’alcool.

Molti intensi primi piani ci fanno riconoscere il tocco magico di Tarantino, il quale ha recentemente rilasciato una dichiarazione in merito al personaggio di Sharon Tate: “Mi sono innamorato di lei mentre conducevo ricerche sulla sua vita. Quando parli con i suoi amici e con i suoi conoscenti, tutti raccontano la stessa cosa: parlano di una bellezza eterea, di lei come fonte di bontà e gentilezza.” Ed è proprio così che Tarantino, a 50 anni esatti dalla tragica uccisione dell’attrice, ha voluto ricordarla, come un vento di allegria che circonda chi ha attorno. Così come ha voluto che fossero presenti all’interno di questa fabbrica dei sogni una parata di stelle (oltre quelle già citate): Al Pacino, Dakota Fanning e lo scomparso e mai dimenticato Luke Perry.

Oltre questa interessante retrospettiva di un mondo che non è neanche troppo lontano, l’ultima parte del film ci regala scene decisamente comiche condite con un po’ di splatter che, magistralmente, si incastra perfettamente con i ritmi del film. Non stupisce che sia stato tanto acclamato in quel di Venezia, durante l’ultimo Festival.

Infine, è piacevole apprezzare la profonda sintonia tra Di Caprio e Pitt che si riflette nei rispettivi personaggi. Una sorta di intrinseca speranza che anche in un mondo competitivo come quello dello spettacolo, esista ancora l’amicizia.

Sei un buon amico, Cliff!
Ci provo!

Di seguito il trailer del film, in uscita nelle sale italiane dal 18 settembre.


Davide Romano

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