Benvenuti su Cine Music! Come ad ogni buon pasto si abbina il corretto vino noi abbineremo ad ogni buon film un corretto disco, così da ampliare la vostra esperienza audiovisiva. Oggi preparate i fazzoletti perché vi ritroverete in un oceano di lacrime con il film Manchester By The Sea e l’album The End of Everything di Noah Cyrus.
Manchester By The Sea
Lo hanno definito come un film difficile da digerire e non ci sono dubbi, Manchester By The Sea ti rimane sullo stomaco. Il film del 2016 è un dramma indipendente americano scritto e diretto da Kenneth Lonergan.
Lee Chandler, interpretato da Casey Affleck, è un tuttofare che abita a Boston. La sua vita, appesantita da una strana tristezza e monotonia, è sempre la stessa. La sua esistenza subisce una rivoluzione quando, un giorno, riceve una telefonata che lo costringe a ritornare nella sua città natale: Manchester-by-the-Sea, sulla costa settentrionale del Massachusetts. Dove, dopo la morte del fratello Joe (Kyle Chandler) scopre che deve occuparsi del nipote Patrick (Lucas Hedges). Lee si trova così catapultato in una routine che lo riporta indietro nel tempo: la narrazione procede per frammenti della nuova vita vissuta con Patrik e flashback che lo trascinano in momenti che preferirebbe non rivivere.
The End of Everything
Il 15 maggio 2020 usciva The End of Everything, il secondo album della cantante americana Noah Cyrus. L’EP è un complesso di otto tracce che ballano una continua danza tra pop e country. Le canzoni sono impregnate di tanta tristezza e la languida voce di Noah da quel tocco in più necessario per immergersi nei testi.
Ogni canzone è circondata da questa disperazione che colpisce dentro e mette in mostra le vulnerabilità di noi esseri umani. Non c’è nulla da fare, The End of Everything richiede all’ascoltatore di essere fragile.
L’unicità di questo album è la sua umanità che non sempre ha un bel volto ma bisogna comunque guardarla in faccia. Lungo le tracce, poi, traspare il mondo vero. L’album è un inno alla vita di tutti i giorni, basti pensare a Young & Sad che si apre con una nota del padre Billy Ray Cyrus. La giovanissima Noah, ancora una volta, ha dimostrato di saper colpire dritta al petto.
Noah canta di Lee Chandler
Dritto al petto, però, colpisce anche l’esistenza di Lee Chandler. Sembra un uomo stanco e provato dalla vita. Porta il volto di chi non ha più emozioni da dare e non ha posto per riceverle. I cieli freddi di Boston con cui si apre il lungometraggio descrivono perfettamente la routine di Lee: monotona e priva di colori. Noah parla di Lee quando canta Ghost, la traccia con cui si apre l’album.
And when you’re looking in the mirror
Demons may be closer than they may appear
You can either cry, and sit, and stare
Or try to run away, I’m tryna run away
Ghost – Noah Cyrus
Scappare non è quello che in fondo ha fatto Lee? Ha deciso di lasciare la sua vita a Manchester-by-the-Sea non per ricominciare ma per andare avanti in un solitario seminterrato. A furia di correre dai suoi fantasmi, lui stesso lo è diventato.
Ma l’uomo non è fatto per stare da solo. Noah, in Lonely, è la voce di Lee che chiede aiuto. Dice but can’t someone help me? […] I don’t care, anyone, anything. E ancora: I’m so sick of being so lonely. Forse la telefonata che un giorno irrompe nella vita silenziosa di Lee è la risposta alle sue richieste. Certo, annuncia la morte del fratello Joe ma segna anche una svolta e un ritorno indietro nel tempo.
Patrick di Manchester By the Sea
Una piccola partentesi è da dedicare anche a Patrick, figlio di Joe e nipote di Lee. È un ragazzo che gioca a hockey su ghiaccio, suona in una band e ha due ragazze. Un classico adolescente, insomma. Se la morte del padre lo sconvolge, non ce lo dà a vedere. Fa il possibile per mantenere una parvenza di normalità nonostante la profonda perdita e una madre assente da sempre. Per quanto, però, lui possa dissimulare il dolore resta sempre un ragazzino.
Visto che zio Lee sta ancora affrontando i suoi fantasmi, Patrick dovrà lottare con i suoi da solo. Qui arriva Noah con Young & Sad a dar voce alle sue ansie: Don’t wanna be young and sad another day longer / Don’t wanna feel numb or mad until I go under. La canzone parla di quanto a volte sia difficile mantenere le apparenze, di quanto sia complicato soddisfare tutti quando dentro senti un peso che ti mischia gli organi e ti schiaccia i polmoni. Non è facile essere giovani specie se le circostanze ti chiedono di crescere in fretta.
Randi di Manchester By the Sea
Randi (Michelle Williams) è la donna che Lee ha amato e forse tutt’ora ama. Ma a volte bisogna lasciar andare certe persone perché nemmeno i sentimenti più puri bastano per far rimarginare alcune ferite. La storia di Lee e Randi è una di quelle che è destinata a scavare leggeri solchi nel cuore perché ascoltarla è straziante. Il loro è un racconto lasciato a metà, interrotto dalla dolorosa piega che a volte solo la vita sa prendere.
Il film ci insegna che amare non sempre basta. Anzi, può far più male che bene. Visto che Randi non ha il coraggio di rivivere il passato, Noah lo fa per lei con la tristissima storia d’amore cantata in Liar. Dice che dove c’è fumo, c’è fuoco e non esiste verso più azzeccato di questo in tutto l’album. Niente spoiler però. Questo dolore va scoperto in prima persona vista la sua natura intima e privata.
La fine di Manchester By the Sea
Siamo arrivati alla fine, non solo del film ma anche dell’EP. Come ho detto, niente grandi spoiler quindi non ho intenzione di rivelare il finale della pellicola. Anche se voglio dire due cose. La prima è che Kenneth Lonergan non vuole ricavare una morale da Manchester By the Sea. Semmai vuole descrivere la realtà e a volte non è come l’happy ending di un film, ma va bene lo stesso.
La seconda è che si vive nonostante il dolore. Qualsiasi ferita sia, il tempo la cicatrizza e se ti va bene a volte riesci persino a tirare due boccate d’aria pura senza sentirti in colpa. Del resto, tutto è destinato ad avere una fine, ce lo dice Noah in The End of Everything: titolo dell’album e della sua ultima traccia. Tutti quelli che ami moriranno, ma questa è la fine che spetta a tutto. Difficilmente le cose (come le persone) durano. E non deve necessariamente essere un motivo per cui disperarsi. Anzi, approfittatene: don’t you let the moment pass you by.
Extra:
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