Bentornati su Cine Trash: la rubrica sui film di serie B. Qui tratteremo tutti quei film trash che, nella loro bruttezza, sono diventati veri e propri capolavori del genere. L’episodio di oggi sarà dedicato a 5-Headed Shark Attack, ovvero come NON fare un film sugli squali mutanti.
Uno, due, tre, quattro
Il film inizia nel peggiore dei modi.
Un gruppo di persone su una barca poco più grande di un gommone avvista uno squalo. Anziché scappare verso riva restano fermi, con le macchine fotografiche in mano per immortalare il momento. Neanche a dirlo, il pescecane fa un piccolo balzo e mangia tutti.
La cosa brutta non è tanto la scena in sé, quanto il fatto che lo squalo ha “solo” quattro teste. Nel titolo del film è esplicitamente scritto “5-headed” e nella locandina si contano distintamente cinque capoccioni. Ma nel film sono solo quattro. Mi sono subito messo a criticare il fatto che il regista non sapesse nemmeno contare fino a cinque ma, per una volta, sono stato impaziente e il film ha saputo smentirmi. Vedremo più tardi in che modo.
Torniamo a riva. Un gruppo di ricercatori decide di indagare sull’incidente e, in particolare, il loro capo vuole catturare questo prodigioso squalo-cerbero per inserirlo nell’acquario della facoltà, così da riempirne nuovamente le casse.
Riusciranno a catturare il predatore dei mari senza farsi mangiare uno ad uno?
Spoiler, no.
Cinque
Se sei al corrente del fatto che un gigantesco pesce è pronto ad ucciderti in qualunque momento e che delle persone sono già morte a causa sua, forse la tua preoccupazione dovrebbe essere quella di noleggiare una barca sufficientemente grande per impedirgli di saltarci sopra. Ma a noi piace il brivido, quindi la barca scelta sarà minuscola e piena di gente, proprio per invogliare lo squalo a papparsi tutti.
Infatti, guarda caso, qualcuno ci lascia le penne. In compenso, i ricercatori riescono ad arpionare lo squalo su un fianco con un dardo dal GPS integrato, così da riuscire a rilevarne la posizione. Tenete a mente questa informazione, ci servirà più tardi.
Ah, e come logico aspettarsi, quando la freccia colpisce lo squalo, questo subisce una mutazione e la sua coda si trasforma nella quinta testa. OHHHH finalmente! Non è nella posizione rappresentata dalla locandina, ma adesso che posso contare fino a cinque sono decisamente più sollevato.
Torniamo ai nostri lupi di mare. Affranti dal lutto per la perdita del collega, approdano a terra, reclutano un tizio bifolco appassionato di armi e decidono di ritornare in mare con la stessa barca, questa volta per cercare di uccidere lo squalo.
Non saranno soli però in questa pericolosa impresa: con loro ci sarà la super squadra di polizia, talmente inutile che cercherà di colpire il pesce (che nuota al largo) con una pistola (mentre loro sono a riva).
I radar
Qui arriva la parte più tragicomica di tutto il film. Cercherò di essere il più chiaro possibile, ma se si capirà poco non date la colpa a me, ma a chi ha scritto questa dannata sceneggiatura.
Quello che ci viene fatto credere finora è che, grazie all’arpione dotato di GPS, possiamo sapere in ogni momento dove si trovi lo squalo, così da tendergli un agguato e ucciderlo una volta per tutte. In realtà presto vedremo come il grande pesce possa far perdere le proprie tracce a piacimento.
Se, ad esempio, si nasconde sotto ad una barca, il suo segnale scompare. E questo lo squalo lo sa. Perché se hai cinque cervelli sei sicuramente più intelligente di tutti quelli che ti stanno dando la caccia. Lo squalo a cinque teste quindi si nasconde di proposito al di sotto delle imbarcazioni, aspettando che qualcuno si sporga per poi mangiarlo.
Ad un certo punto però la freccia si toglie dal suo costato e quindi, a logica, dovrebbe essere invisibile ad ogni radar. Corretto? Non esattamente.
In un primo momento il radar, senza apparente motivo, segnala la presenza di un altro squalo, uno che passava di li per caso, anche se non aveva dei sensori addosso. Questo viene ucciso ma, con grande sorpresa dell’equipaggio, era lo squalo sbagliato. Poi, di punto in bianco, rileva anche il nostro squalo multi-testa, senza alcuna logica.
Per farla breve, il tizio bifolco di cui sopra si tuffa in mare con un grosso amo farcito di bombe, lo attacca alla schiena dello squalo e si sacrifica per riuscire a farlo esplodere. Questo almeno è quello che cerca di farci credere. In realtà riesce miracolosamente a salvarsi e, appena tornato a bordo, dirà alla sua fidanzata:
“Vuoi sposarmi?”.
E lei:
“Solo se diventi vegano”.
Titoli di coda.
5-Headed Shark Attack è uno dei film sugli squali peggiori che abbia mai visto. Vi ho risparmiato commenti sull’aspetto estetico dello pesce o su come si svolgano i dialoghi perché credo che già leggendo la trama si capisca quanta poca qualità ci sia. Consigliato a chiunque cerchi un film ancora più brutto di Sharknado.
Dove vederlo:
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