Dopo due settimane su Clubhouse posso riportare le mie prime impressioni ma di sicuro non so rispondere alla domanda Quanto durerà Clubhouse?
Clubhouse è il social network, nato da un’idea di Rohan Seth e Paul Davison, che si basa esclusivamente sull’interazione vocale dal vivo. Persiste il meccanismo dei follower ma l’attività fulcro di quest’app è completamente diversa rispetto a Facebook, Instagram, Tik Tok etc, questo perchè manca la parte visiva; infatti non si possono caricare foto e video, e tanto meno si può scrivere. Si può solo parlare.
All’interno dell’app troviamo le room ed i club. La room può essere creata da chiunque e chiunque può entrarci, la parola può essere richiesta al moderatore, colui che gestisce la room, e può essere concessa da quest’ultimo. Se la stessa room viene creata per più di tre volte si potrà richiedere la creazione del club, che sarebbe una sorta di gruppo, contente altre room. La particolarità di Clubhouse è che le stanze molto spesso sono tematiche, principalmente gli argomenti trattati sono il marketing, la musica e la tecnologia. Certamente si trovano anche le room dedicate al cazzeggio, giusto per svagarsi un po’. Inoltre è anche possibile seguire le room di tutto il mondo, nei paragrafi successivi svelerò qualche chicca.
La cosa davvero strepitosa è che tantissimi personaggi famosi si sono iscritti e con entusiasmo partecipano a diverse room parlando con noi comuni mortali. Infatti Clubhouse è stata classificata come l’app della democratizzazione. A tutti è permesso di parlare.
Purtroppo non tutti però possono scaricarla, per iscriversi infatti bisogna aver ricevuto l’invito ed inoltre per il momento è disponibile solo per iPhone. Gli inviti vengono rilasciati dall’app stessa e più si è attivi sul social e più inviti si riceveranno. Credo proprio che questa sia stata una strategia di marketing ben pensata in modo da far accrescere il desiderio delle persone di scaricarla, oltre a far parlare di sé, in modo da creare tanto hype ed aumentare la brand awareness.
Ma veniamo alle chicche. Come dicevo molti personaggi famosi si sono iscritti. Madame, la rapper, è stata tra le prime insieme a Calcutta ed entrambi partecipano attivamente a diverse room passandoci anche molto tempo. Ma se di tempo parliamo non posso non citare Morgan che ha battuto il record di tutti, è stato collegato per 24 ore consecutive sull’app. Troviamo poi Nek e Biagio Antonacci, quest’ultimo, molto teneramente, ha creato delle room per parlare con gente comune e sapere un po’ della loro vita.
Anche i mondi discografico, radiofonico e della live music sono scesi in campo, soprattutto i primi giorni ci sono stati dipendenti di Sony Music Italia, Universal Music Italia, Dna concerti, Keep On, Radar concerti, All Music Italia, RDS e molti altri che hanno raccontato del loro lavoro, di aneddoti, hanno risposto a domande e hanno ascoltato brani di artisti emergenti.
Sicuramente, per chi interessato a questo mondo, non sono state semplici chiacchierate ma vere e proprie lezioni oltre a prestigiose opportunità per conoscere gli addetti del settore e fare networking.
Ma non era LinkedIn l’app del networking? Certamente lo è, ma Clubhouse ha un altissimo potenziale per scavalcare LinkedIn e per dare vita a un nuovo modo anche per fare Recruiting in maniera molto informale.
Per ora LinkedIn e TikTok non si stanno preoccupando minimamente di Clubhouse mentre il gruppo Facebook sta già correndo ai ripari. Sappiamo che ormai Facebook è un social morto rispetto ad Instagram che riesce ancora a tenere testa. A quanto pare, gira voce che Zuckerberg abbia deciso che tutti gli utenti su IG che nomineranno Clubhouse, o per esteso o con diminutivi, verranno messi in shadow ban cioè i post pubblicati avranno una visibilità minima. Se fosse vero, questo non farebbe altro che andare a favore dei concorrenti.
E pensare che proprio Mark Zuckerberg in persona ha parlato su Clubhouse riempendo la capienza della room, 5mila persone. Ma non è un record, prima di lui ha fatto la stessa cosa Elon Musk, il fondatore di Tesla e SpaceX.
Il bello di Clubhouse è anche poter partecipare a conversazioni con utenti provenienti da tutto il mondo. Divertentissime sono le room giapponesi dove gli speaker, quindi coloro che dovrebbero parlare, tengono tutti in contemporanea il microfono spento e quindi non c’è interazione oppure in quelle dove si parla bisbigliando. Decisamente strano ma ammetto che a me ha fatto molto ridere.
Ci sono anche le room americane che sono ottime per praticare la lingua e anch’esse spaziano molto per quanto riguarda gli argomenti. Essendo io amante della musica ho bazzicato un po’ in room dedicate alla musica e mi sono trovata nella stessa di Deadmau5, famosissimo Producer e dj, e altri personaggi di spicco che a loro volta si sono trovati a parlare con il manager di Micheal Jackson.
Clubhouse è sicuramente interessante in quanto riduce le distanze tra personaggi pubblici e persone comuni e poter parlare con grandi personalità di spicco è un’occasione rara. Ma d’altro canto mi chiedo se effettivamente possa durare nel tempo. In una situazione pre-covid non credo sarebbe nemmeno stata ideata e anche fosse avrebbe avuto vita breve. In un momento in cui siamo tutti carenti di relazioni sociali, questa app aiuta molto a socializzare ed in un certo senso anche a sentirsi meno soli quindi il boom di utilizzo è giustificato.
Per ora è ancora difficile poter fare previsioni, vedremo se fra un anno sarò ancora qui a scrivere di Clubhouse!
0 Comments