Colombo, nome d’arte di Alberto Tranvanini, classe 1994, bresciano di nascita ma milanese d’adozione. L’artista ha pubblicato lo scorso 27 ottobre 2022 il suo ultimo singolo (distribuito da Artist First) ed è stato nostro ospite in radio per parlare della sua musica.
Per Colombo con Wild Nights si inaugura il nuovo EP: Where Children Strove. Questo nuovo progetto musicale si distacca dai singoli pubblicati precedentemente: Corpi al sole (2020) e Domani su marte (2021). Il primo brano è una ballata pop con base al pianoforte, mentre il secondo è connotato da toni più ritmati. Due testi che sono il ritratto delle odierne relazioni e generazioni, parlano di rapporti, lavoro, routine e mancanze.
Pop neoclassico con Wild Nights
Il singolo Wild Nights, uscito il 27 ottobre 2022, è scritto in inglese (diversamente dai precedenti) e si propone come pezzo pop neoclassico. Colombo ha voluto unire dei grandi nomi del mondo dell’arte sia musicale che letteraria, con l’ambizione di creare nuova musica. Nel brano si amalgamano le note della Sinfonia n.9 di Dvořák e le parole tratte dalla penna di Emily Dickinson.
In particolare, ha preso frasi dalle poesie: Wild Nights – Wild Nights! e To love thee year by year, che parlano entrambe d’amore. To love thee year by year è una breve composizione dove, tramite l’evocazione dell’immagine di un fiore, Emily Dickinson trasmette sia l’idea del cambiamento, del tempo che passa ma anche del sacrificio; sentimenti che possono esserci in una relazione amorosa. Wild Nights – Wild Nights! invece è una poesia più lunga. Si compone di tre stanze con versi che parlano di come sia difficile resistere alla passione dell’amore quando si accende.
Wild nights – Wild nights!
Emily Dickinson
Were I with thee
Wild nights should be
Our luxury!
Futile – the winds –
To a Heart in port –
Done with the Compass –
Done with the Chart!
Rowing in Eden –
Ah – the Sea!
Might I but moor – tonight – In thee!
L’intervista a Colombo
Noi di Radio Bicocca abbiamo intervistato, durante uno dei nostri pomeriggi di dirette live, Colombo. Di seguito vi riportiamo le sue risposte alle nostre domande.
Da dove nasce il nome d’arte che hai scelto, Colombo? Pensavamo fosse il tuo cognome, ma non è così.
Esatto, non è dovuto né al cognome, né all’esploratore, bensì all’animale: il piccione. L’idea nasce dal fatto che sono in parte attorniato da persone che hanno la fobia di piccioni e quindi ho iniziato a pensare a questa cosa. Poi ho fatto delle ricerche e ho scoperto che sono gli unici animali che, dove l’uomo urbanizza, distrugge, costruisce, proliferano e anzi dobbiamo fare campagne di disinfestazione. Quindi, sono animali che si adattano facilmente ad un mondo che non è proprio costruito per loro.
Dunque, “Colombo” perchè è un animale che sopravvive?
Sì, diciamo che si adatta ad un mondo diverso, ha una buona capacità di adattamento. E così anch’io musicalmente. La scelta è stata pensata perchè ho avuto diverse formazioni sia di musica classica, di pop che di jazz. La difficoltà era trovare un modo di mettere tutto insieme, senza sentirmi in un recinto. Io sono diplomato in pianoforte classico, vengo dall’Accademia, quella con le bacchettate sulle mani (ndr – ride).
Pensi che il tuo percorso formativo sia stato necessario per arrivare a questo progetto?
Sì, soprattutto per questi ultimi pezzi penso proprio di sì. Effettivamente, penso si senta molto lo studio in quell’ambito, poi ho comunque studiato molto jazz e pop in conservatorio quindi si è mixato il tutto. Non ho mai voluto fare il musicista “classico” di professione.
I primi tuoi brani erano in italiano, in questo progetto canti in inglese. Come mai hai scelto le poesie Emily Dickinson?
I primi due erano singoli molto più pop, non così neoclassico, come nel nuovo progetto. In quest’ultimo metto insieme le poesie di Emily Dickinson con delle melodie vocali, che ricordano alcune melodie di musica classica. Come Chopin, Debussy, Ravel o Dvořák che ha scritto la sinfonia Dal nuovo mondo, citata nel brano Wild Nights. Faccio delle citazioni abbastanza sottili, non è un mash up. Ho voluto mettere insieme cose antiche con cose nuove, perchè alla fine il cantato è abbastanza moderno. Da una parte il pianoforte e dall’altra l’elettronica. Secondo me tutto questo mix rendeva giustizia alle citazioni. Ho scelto Emily Dickinson, perchè mi piacciono molto le sue poesie e le trovo anche molto musicali. Mi avevano regalato un libro e leggendole al primo colpo ho pensato: queste sono perfette per farci delle canzoni. Ho quindi ripreso i testi pari pari, ma mixati, in Wild night vi sono infatti due poesie, una si inserisce nell’altra. Ho preso il testo e ho cantato.
Volete saperne di più su Colombo e la sua arte? Potete trovare l’intervista integrale nel nostro podcast.
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