Da Klimt a Bansky: La grande arte torna al cinema


Vi piacerebbe andare al cinema per visitare una mostra o per approfondire la vita di un artista? Ecco cosa vi aspetterà ogni mese nelle sale cinematrografiche da settembre a dicembre: le infinite geografie di Dalì, i capolavori di Klimt e Schiele, i colori delle ninfee di Monet nel suo giardino a Giverny,  e la street art di Banksy.

Il successo della Grande arte al cinema, che nello scorso anno ha ottenuto 650mila spettatori in 350 sale cinematografiche, torna per far conoscere agli spettatori la bellezza di mostre e musei e trasferirle sul grande schermo attraverso un’esperienza visiva originale.

Questa iniziativa inizierà a settembre con Salvador Dalì, pittore visionario e surreale del Novecento, per celebrare l’anniversario dei 30 anni dalla morte dell’artista. La ricerca dell’immortalità – prodotto dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí e realizzato da DocDoc Films – arriva in sala dal 24 al 26 settembre, per proiettare un viaggio nella vita, nella carriera e nei luoghi che hanno contribuito a plasmare la fama del pittore nella storia dell’arte e non solo.
Il percorso, si concentra soprattutto sul 1929, anno in cui l’artista si unisce al gruppo surrealista, che coincide anche con l’incontro con Gala, musa e collaboratrice del pittore, per giungere fino alla morte, attraversando tutte le geografie di Dalì, da Portlligat a Figueres, la città natale, tra immagini e documenti inediti.

Nel mese seguente, dal 22 al 24 ottobre, ci si sposterà a Vienna nel presentare il maestro e l’allievo, Klimt e Schiele rispettivamente, del nuovo gruppo rivoluzionario quale la Secessione, dove la pittura attraverso i colori e i disegni racchiude le inquietudini, i desideri dell’uomo e la sua corporeità.
Eros e Psiche – realizzato in collaborazione con 3D Produzioni e Nexo Digital – si apre con il presentare la morte prima del più giovane dei due artisti, Schiele, e poi della sua guida, avvenuta pochi mesi prima. Gli osservatori saranno poi condotti tra le sale dei musei per ripercorrere quella particolare età che mostra gli abissi dell’io mediante dell’arte, della musica, della letteratura e la psicologia di Freud nella capitale austriaca.

Dal 26 al 28 novembre si giungerà in Francia, in particolare a Giverny, dove sorge uno dei giardini più celebri dell’arte impressionista, nel quale i colori della natura offrirono a Monet un piacere per gli occhi ed uno spunto per realizzare le sue opere d’arte en plein air e si mostrerà poi lo storico vivaio Latour-Marliac, dove Monet acquistava i suoi tanto amati fiori esotici.
Le ninfee, un incantesimo di acqua e luce – in collaborazione con Ballandi Art e Nexo Digital –  sono uno degli esempi di questa scelta espressiva di colori e pennellate che si uniscono nel dare origine ai fiori di ninfea, rappresentate nei quadri più celebri esposti tra il Musée D’Orsay, l’Orangerie e il Marmottan di Parigi e, nei mesi passati, anche nella grande mostra al Vittoriano di Roma.

Si concluderà l’11 e il 12 dicembre il film evento sull’artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti della street art: racconta di arte, culture in conflitto, identità e mercato nero. L’uomo che rubò Bansky prende avvio narrando la percezione dei palestinesi sul più importante artista di strada dei nostri tempi, ma si trasforma presto nella scoperta di un vasto mercato nero di muri e dipinti rubati nelle strade di tutto il mondo.
Saranno descritte culture che si incontrano e si scontrano di fronte a una situazione politica insostenibile, ma anche il dibattito in corso sulla commercializzazione o conservazione della Street Art.
Nexo Digital descrive un viaggio cinematografico per capire cosa ha portato le opere d’arte di Banksy da Betlemme a una casa d’aste occidentale, insieme al muro su cui sono state dipinte.

La grande arte al cinema

 


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