ICON di Tony Effe aggiunge un altro tassello al legame luxury-trap?


Icon è il nuovo album di Tony Effe uscito venerdì 15 marzo un’ora dopo la mezzanotte. Nella tracklist, tra una serie di nomi di artisti che hanno collaborato nella realizzazione dell’album, ciò che cattura l’attenzione sono i titoli e i testi di alcuni brani che fanno riferimento al mondo del luxury. Non è una novità che la scena trap, non solo italiana, faccia riferimenti a brand di lusso e anche in questo album è stato fatto in maniera davvero prepotente, l’ascolto dei brani mi ha portata a chiedermi: nella musica trap il luxury oggi è presente in maniera differente? Qualcosa sta cambiando o è una relazione che prosegue invariata dal secolo scorso? Per progredire nella riflessione penso sia importante delineare alcuni punti che definiscono il legame tra mondo del lusso e mondo della musica trap.

Il genere trap ha le sue primissime radici nella cultura hip-hop americana, rappresentativa di minoranze etniche ghettizzate nei sobborghi di New York, la posizione sociale della black culture porta i soggetti interessati ad una forte necessità di rappresentare la propria identità, e per fare questo lo strumento più adatto oltre alla musica è l’abbigliamento. La loro cifra distintiva è l’anticonformismo e l’attitude ribelle ed eccentrica che prende spunto dal workwear, sportswear, streetwear, tra capi oversize, suite coordinate e sneakers spuntano monogram rubati a brand di lusso e pesanti accessori dorati come collane o anelli. Tutto questo vuole rappresentare una rivalsa delle minoranze nei confronti di una società che rivolge le sue attenzioni solo alle classi più agiate. Il fulcro del legame con il mondo del lusso è probabilmente rappresentato da Tupac, dopo che Gianni Versace notò quanto i due mondi si stavano influenzando a vicenda decise di far sfilare il rapper nel 1996. I rapper non solo nominano all’interno delle loro canzoni brand di lusso, ma sfilano anche per loro. Nel 2020 un PhD dell’Università degli studi di Bergamo, Gabriele Murtas, ha condotto uno studio riguardo al legame tra hip hop e luxury. Analizzando la ranking Rap 2020 top 20 di Billboard ha stilato una classifica dei brand più menzionati, il risultato ha visto Gucci al primo posto come brand più citato, seguito da Chanel, Prada, Celine, Dior (se volete approfondire vi lascio il link dello studio https://www.linkedin.com/pulse/hip-hop-luxury-fashion-never-ending-love-gabriele-murtas?trk=public_profile_article_view ), nomi giganti tra i quali spunta anche quello di Virgil Abloh, direttore creativo di LV e fondatore di Off-White, non una figura storicamente centrale nel mondo della moda ma con un’importanza sociale innegabile nel contemporaneo.

Alla fine degli anni Novanta sul substrato creato dalla cultura hip-hop si sviluppa la scena trap, l’epicentro non è più New York, ma Atlanta. Diverse sono le caratteristiche che la distinguono dal rap, ma l’interesse per il mondo del lusso rimane, tra una strofa e l’altra spuntano sempre nomi di brand. La musica trap non esita a proseguire il suo percorso a braccetto con il mondo del luxury, durante la Milano Fashion Week nel giugno del 2017 due tra i trapper più affermati nella scena italiana sfilano: Sfera Ebbasta per Marcelo Burlon, Tedua per Dolce e Gabbana.

Quando è stata pubblicata la tracklist di Icon un’amica scherzando mi ha scritto “l’album doveva chiamarlo Via Montenapo numeri dispari”, riferendosi a due titoli in particolare “Miu Miu” e “Balenciaga”. Ascoltando l’album molti altri brand vengono nominati: Fendi, Gucci, Chanel, Vuitton, Loro Piana e tanti altri, non c’è brano che non nomini almeno un brand. Tra un “Versace, Versace, Versace” e l’altro nomina anche “Tramezzino di Cova”, a riconfermare la tesi della mia amica riguardo a “Montenapo”.

Unendo tutti i puntini sembrerebbe che non ci si possa più riferire al mondo del trap come un mondo che guarda semplicemente al luxury, ma come un mondo che sta abbracciando l’intero sistema moda, non si fa più riferimento a soli brand di lusso storici caratterizzati da stampe monogram, si fa riferimento anche a seconde linee e brand recenti. E dunque, la trap si sta approcciando alla moda in maniera diversa? Oppure è la moda che sta cercando di entrare nel mondo trap nella sua totalità insistendo nel coinvolgimento di trapper in sfilate ed eventi? Il brano “dopo le 4” fa riferimento alle “stiliste della NABA”, il nuovo mondo del design è più vicino al mondo trap perché i due nel contesto della città si ritrovano molto spesso negli stessi ambienti, sono forse talmente vicini dall’essere ormai impossibili da separare? È forse la moda che sta sfruttando il potere da trand setter dei trapper per entrare nel loro mondo e in tutti i mondi? Forse non si dovrebbe più parlare del legame di Luxury-trap ma di legame sistema moda-trap che è alimentato da entrambi i mondi in entrambe le direzioni.