Intervista | Alla scoperta degli Invisible Pathways di Martina Di Roma

Martina di Roma è venuta a fare quattro chiacchiere con noi per presentarci il suo nuovo album


Martina di Roma
Martina di Roma

In occasione dell’uscita del suo primo album Invisible Pathways il 6 ottobre, la giovanissima cantante Martina di Roma ha fatto quattro chiacchiere con noi.

Appassionata di musica fin da bambina, Martina ha costruito Invisible Pathways in un percorso durato quattro anni esprimendo all’interno di esso tutto ciò che ha vissuto. Come lei stessa ha detto:

Ogni brano racconta un momento particolare di questa corsa, un racconto in prima persona vero e sincero.

Martina di Roma è il tuo nome di battesimo? Con la tendenza odierna degli artisti a trovare dei nomi d’arte come mai la scelta di lasciare il tuo nome originale per il tuo progetto?

Si si esatto è il mio nome e cognome. Ci sono stati anni in cui ho riflettuto se valesse o meno la pena trovare un nome d’arte, ma non ho mai trovato qualcosa che veramente mi appartenesse.

Come ti sei avvicinata alla musica?

Da piccola ballavo, quindi mi sono avvicinata alla musica attraverso la danza. Nell’età adolescenziale grazie anche alle mie amicizie, mi sono sempre più appassionata alla musica, passavo il tempo a cantare le canzoni dei miei artisti preferiti in cameretta.

Ho deciso quindi di seguire questa mia passione e ho iniziato a studiare canto jazz a Milano e ora sto continuando il mio percorso di studio anche a Siena con un master.

Quali artisti ti ispirano di più?

Sicuramente avendo studiato jazz, mi viene automatico dal punto di vista musicale dare un’impronta jazz. Per quanto riguarda invece la scrittura dei testi ma anche il mio modo di cantare, la mia influenza principale è la cantante dei Paramore, Hayley Williams. Un po’ un ritorno anche alla musica che ascoltavo solitamente in adolescenza

Come mai la scelta di scrivere in inglese? Pensi in futuro di voler provare anche a scrivere in Italiano?

È sicuramente il risultato anche dei miei ascolti, ma in generale mi viene più naturale, sento mi appartenga di più. Non escludo in futuro di cominciare anche a scrivere in italiano ma al momento, nonostante ci abbia provato, ho trovato un miglior modo di esprimermi nell’inglese.

Invisible Pathways è il racconto di questi ultimi quattro anni, cosa è successo quattro anni fa che ti ha portata a sentire la spinta di far nascere questo album?

È stato un po’ l’inizio dei vent’anni, quel periodo in cui sei immerso nell’incertezza e cerchi di capire cosa vuoi fare nella vita. Era un periodo in cui avevo cominciato a soffrire di attacchi di panico e la scrittura è diventata un modo per esoricizzare ciò che stavo vivendo. Ovviamente sempre seguendo anche un percorso di terapia

Martina di Roma


Come ha impattato il periodo del lockdown sul tuo processo di scrittura?

È stata la pandemia a darmi il tempo necessario per concentrarmi sulla mia musica. In quel periodo ero in procinto di diplomarmi quindi avevo più tempo a disposizione. Poi è stato proprio il picco di questo periodo difficile della mia vita, quindi sentivo ancora di più una spinta alla scrittura.

Prima di chiederti quali sono i tuoi progetti futuri nel concreto ti vorrei chiedere qual è un tuo desiderio, un sogno che ti piacerebbe realizzare?

Mi piacerebbe moltissimo portare la mia musica in giro subito dopo l’uscita del disco

Quali sono ora i prossimi passi in programma?

Al momento non so bene neanche io cosa aspettarmi, sicuramente continuerò a scrivere e arriverà tanta altra musica.

Noi ringraziamo moltissimo Martina e vi lasciamo qualche link utile per rimanere aggiornati sul suo progetto:

Qui invece trovate il link ai nostri ultimi articoli. Buona lettura!


Irene Lantano

6 Comments

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