Spinelli, cantautore siciliano classe 95, ha pubblicato il 28 marzo scorso il suo primo singolo dal titolo Non ti vedo più. Laureato in video design allo IED di Milano, scrive testi, musica e videoclip delle sue canzoni.
Leggete di seguito quello che ci ha raccontato del brano e dei suoi progetti futuri.
Di cosa parla il tuo brano Non ti vedo più e come è nato?
In realtà è abbastanza complesso spiegare di cosa parla questo brano, che è nato più o meno un anno fa. In Non ti vedo più ci sono tanti messaggi, ma non vengono mai raccontati in modo esplicito; anche se la scrittura e la struttura del brano possono sembrare didascaliche – e alla fine lo sono – ho sempre pensato alla canzone come ad un complesso di elementi, non semplicemente musica e parole: ad esempio c’è il video, oltre alla comunicazione e al messaggio che si vuole trasmettere alle persone. Alla fine, guardando il video si assiste alla storia tra un ragazzo e una ragazza, narrata attraverso i ricordi e i momenti che il protagonista rivive grazie al collegamento con una macchina apposita. Il finale del racconto è lasciato volutamente aperto perchè mi piace permettere allo spettatore di interpretarlo in modo soggettivo.
E a proposito della macchina con cui il protagonista del video rivive i ricordi, ti sei ispirato al film Se mi lasci ti cancello?
Si, in realtà all’inizio avevo pensato ad un vero e proprio casco come quello che Jim Carrey indossa nel film e grazie a cui rivive i ricordi della sua relazione, solo che io sono abbastanza fissato con i miei berrettini e quindi mi sono detto “No il casco non lo metterò mai”. La macchina a cui sono collegato nel video è stata costruita da Sara, una ragazza che fa la scenografa. L’idea era quella di creare uno strumento rudimentale con oggetti casuali, molto fai da te: un po’ di lucine, un po’ di cose trovate qui e là e così è stata realizzata.
Nella canzone citi il regista Xavier Dolan. Ti piace come regista e sei un appassionato di cinema?
Tantissimo, ci sono tanti registi che amo però Dolan, ti dirò, è il mio preferito in assoluto! I suoi film più recenti mi sono piaciuti molto e mi hanno proprio ispirato. Spesso mi capita di guardare un film fino alla fine e di avere idee anche totalmente lontane e sconnesse da quello che ho appena visto. Lo stesso meccanismo si instaura partecipando ad un concerto o visitando una mostra: l’ispirazione per nuovi progetti o, come in questo caso, per nuove canzoni può arrivare mentre si sta vivendo qualcosa che magari è totalmente distaccato e diverso.
Parlando di musica invece quali cantanti ti piacciono e a quali ti ispiri?
Ascoltando la mia canzone non si direbbe ma sono cresciuto con il punk-rock! Ad ogni modo, ho sempre avuto la chitarra in mano e le mie canzoni solitamente nascono suonando in camera mia, nel modo più antico. Ho sempre amato artisti come i Blink, i Sum 41 e i The EFFECTS, poi pian piano ho imparato ad ascoltare tutte le nuove uscite semplicemente per avere una visione più ampia del panorama musicale. Ultimamente, ad esempio, ascolto molti cantanti indie, dato che in questo periodo siamo bombardati da questo genere. Se dovessi però nominare un artista che per me è un pilastro della musica italiana direi Jovanotti di cui ho anche l’autografo tatuato sulla spalla.
All’interno del video, ma anche in alcune foto che hai postato sui social c’è un simbolo che ricorre: il girasole. Ha un significato?
Ho cominciato a postare la forma e il simbolo del girasole per caso circa un anno fa in alcune foto e subito mi sono reso conto che era super riconoscibile nel Feed su Instagram. Siamo abituati a guardare i social con un’attenzione minima, però quel colore giallo, così acceso, si nota immediatamente. Ho notato che le persone cominciavano a riconoscerlo e a chiedermi come mai mettessi questo fiore; all’inizio lo utilizzavo sempre su una parte del volto come se mi coprisse metà faccia e così è diventato un simbolo. In generale sono amante delle piante, però il girasole è il fiore che amo di più e se dovessi regalare dei fiori a qualcuno sceglierei quelli.
Il girasole è presente anche nel video di Non ti vedo più, sia adagiato sul letto del protagonista, sia disegnato sulla cassetta che viene inserita nella macchina all’inizio della canzone. È un simbolo che si trova un po’ ovunque e che ormai è riconoscibile, nonostante sia magari qualcosa di già visto e rivisto.
Per te che sei un videomaker come è stato scrivere e ideare il video per il tuo primo singolo?
Una bella guerra direi, anche se non vedevo l’ora di lavorare al videoclip! Ho scritto e ideato il video con i ragazzi di Chunk Studio e con Mattia Cafieri, che ne ha curato anche la regia. Dopodiché alla realizzazione vera e propria hanno lavorato tante persone, io mi sono occupato “semplicemente” del montaggio. Avrei preferito non farlo: a fine video ero devastato perchè non è facile lavorare ad un progetto e rivedersi sullo schermo. L’opinione sul risultato finale resta soggettiva, e non si riesce mai ad arrivare a conclusioni effettive e definitive. Montare il video non è stato facile, però è stato anche bellissimo perché era una cosa che volevo fare da tanto tempo. Se avessi fatto tutto da solo sarebbe stato impossibile riuscire a portare a termine il progetto, però confrontandosi con altre persone si riesce ad aggiungere tutte le sfumature che vanno poi a definire il prodotto finale.
Hai iniziato la tua carriera postando video ironici su YouTube e Facebook, la musica in tutto ciò dove si collocava? Suonavi in un gruppo?
Quando frequentavo il liceo ho cominciato a girare video con gli amici, proprio i classici video scemi che fai per passare il tempo. Poi piano piano mi sono reso conto che mi piaceva raccontare qualcosa attraverso la videocamera, anche perché credo che poterlo fare sia una delle opportunità più fighe dei nostri anni. Ho filmati di quando avevo 10-12 anni e facevo il cretino con i miei amici, ma dei video bellissimi che comunque mi rimarranno per sempre. Con il passare degli anni ho cominciato ad avvicinarmi al mondo di videoclip, cortometraggi, reportage e documentari perché mi piaceva raccontare storie in modi diversi.
Per quanto riguarda la musica a 15 anni suonavo in un gruppo e quindi ho cominciato così a girare i primi videoclip, con pochissimi soldi ma con tanta voglia di divertirsi.
Invece come è nata l’idea di pubblicare adesso il tuo primo singolo? Hai seguito un percorso?
In realtà no, la musica è sempre stata parallela al mio percorso di studi e lavorativo, è sempre stata una passione gigante e assoluta. L’anno scorso mi sono ritrovato per mille coincidenze in uno studio di registrazione e lì ho registrato Non ti vedo più, che era la mia prima canzone. In seguito, il destino, se si può chiamare così, mi ha portato a conoscere altre persone, tra cui un produttore con cui ho cominciato a lavorare alla canzone. Quando vedi che gli altri cominciano a crederci più di te arriva il momento in cui ti dici “aspetta, forse ci siamo davvero” e quindi mi sono messo sotto. Finalmente qualche giorno fa, dopo un anno di lavoro, nonostante io avrei voluto far ascoltare la canzone a tutti subito dopo averla registrata, abbiamo pubblicato Non ti vedo più.
Quali sono i progetti futuri dopo questa canzone?
Dopo questo primo singolo io fremo dalla voglia di pubblicare le altre canzoni che ho scritto, però so che ci vogliono pazienza e tempo. L’obiettivo è quello di lavorare ad altri singoli e cominciare con i live per poter così cantare e suonare di fronte ad un pubblico.
Spinelli sarà ospite ai microfoni di Radio Bicocca giovedì 18 aprile dalle ore 17 alle ore 18. Per non perdervi nessuna novità sulla sua musica potete seguire la sua pagina Facebook e il suo profilo Instagram.
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