Intervista| Una chiacchierata con Cristiano Turrini

Cristiano Turrini ci racconta della sua passione per la musica e dei suoi progetti


Cristiano Turrini è un giovane cantautore romano, dallo stile sincero e sempre in evoluzione. Dopo essere entrato per due volte tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani e aver partecipato al Festival di Castrocaro, quest’estate ha vinto il contest di Deejay on Stage, tenutosi a Rimini.

Noi di Radio Bicocca abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo per voi

Ciao Cristiano, come e quando hai capito che volevi fare il musicista?

Tutto nasce da una passione che ho fin da piccolo e che mi ha spinto poi, intorno ai diciassette anni, a voler studiare musica, concentrandomi molto sulla tecnica. Ho cominciato a fare anche le mie prime esperienze sul palco e questo mi ha portato a comprendere che avevo proprio l’esigenza, in primis di lavorare sulla voce, ho infatti lavorato anche come vocal coach e doppiatore, ma soprattutto la necessità di scrivere e comunicare. Grazie alla mia etichetta discografica, Cantieri Sonori, sono riuscito a costruire un percorso mio e a comprendere che questo è quello che voglio fare.

Effettivamente si nota molto la tua attenzione dal punto di vista tecnico, quanto pensi sia importante l’intonazione e la tecnica nel panorama musicale odierno?

Io sono un amante della tecnica, ho studiato molto, ma allo stesso tempo nelle mie produzioni alle volte sento la necessità di adottare un timbro vocale particolare, un suono che non debba essere necessariamente perfetto. Del resto la musica di oggi, partendo dai grandi cantanti, è alla ricerca di qualcosa di più semplice, più immediato. Avendo studiato molto so come gestire il mio timbro vocale e modularlo, molti altri magari partono da competenze tecniche minori, ma questo, in alcuni casi, è anche una fortuna, perché li porta a comunicare ciò che scrivono cosi come lo pensano, che è poi la chiave del loro successo.

Il tuo primo brano è stato Love Revolution, un brano molto diverso dalle tue ultime pubblicazioni. Come è nato questo brano?

Love Revolution è nato in un momento storico molto diverso. All’epoca era meglio non rendere troppo pubblici i propri lavori se eri un emergente, a differenza di oggi, dove più pubblichi più hai possibilità di farti conoscere. Nel 2016 ho avuto la possibilità di collaborare con cantieri sonori e mi piaceva portare questo brano, che avevo pronto già da qualche anno e che ha quest’anima molto gospel, ispirata alle sonorità dei Coldplay. Mi piaceva l’idea di essere conosciuto in quel modo, ma devo dire che in quel momento c’era anche tanta ingenuità, che però nel tempo mi ha permesso di crescere musicalmente, fino ad arrivare ai miei ultimi pezzi.

Ascoltando i tuoi brani si nota comunque un costante cambiamento nelle sonorità, che ci porta a Kuala Lumpur, il tuo ultimo singolo, come è nato questo pezzo?

La nascita del brano è molto semplice, segue un iter che sto usando per tutti i miei lavori. Mi confronto molto con il mio autore, scambiamo delle idee e ci facciamo trasportare da immagini, video, influenze di qualsiasi tipo. Kuala Lumpur nasce guardando su YouTube video di paesaggi della Malesia, ci siamo ispirati a quello che vedevamo e così è nato il brano, è un processo molto spontaneo. Ovviamente c’è sempre del lavoro tecnico, che nasce anche dall’esperienza maturata negli anni, necessaria per creare determinate immagini e per essere originali.

Kuala Lumpur è stato il brano vincitore del Deejay on stage, come è stata quest’esperienza?

Il Deejay on stage è stata un’esperienza straordinaria, in un’estate molto particolare, dove era difficile fare concerti, ho avuto la possibilità prima di tutto di suonare davanti ad un pubblico su un palco, che è stato già un grande regalo, ma anche il poter anticipare cantanti famosi come Mahmood, Gabbani e Gaia, è stato fantastico. Ovviamente è stato molto emozionante vincere questo contest, soprattutto considerando che gli altri artisti erano tutti molto validi e il contest è di altissima qualità.

Come te la cavi con l’ansia da palcoscenico?

La so gestire, dopo un po’ di anni di esperienza e tanta gavetta so controllarla. Ovviamente l’adrenalina che si prova a stare su un palco rimane sempre, com’è giusto che sia.

Ultimamente sono usciti anche altri tre brani The Island, This Moment e la cover di Let Me Love You, in collaborazione con Strike, come nasce questo progetto? Potrebbe rappresentare anche un passo verso un genere più elettronico nella tua musica?

Fa tutto parte del mio background culturale e tecnico, ho amato queste produzioni fin dal primo momento e ho voluto fortemente prendervi parte. Era importante per me per crescere sia dal punto di vista professionale che personale. Mi trovo molto bene a collaborare con Strike, riusciamo a creare delle belle idee, mi piacerebbe continuare a lavorare con lui se ci sarà occasione. Sono molto poliedrico, sebbene abbia uno stile di riferimento, mi piace variare e sperimentare.

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Nelle tue canzoni parli spesso d’amore, in tutte le sue forme, quanto è importante l’amore nella tua vita?

Per me l’amore è fondamentale, ne riesco a parlare facilmente. Racconto le mie esperienze, ma anche il mio punto di vista su cose che non ho vissuto personalmente. Parlo d’amore inteso come sentimento in generale, come concetto, senza necessariamente una concezione romantica, perché fondamentalmente mi piace raccontare di un sentimento, mi sento a mio agio nel farlo

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto continuando a scrivere e a lavorare in studio. In questo periodo ho avuto anche la possibilità di suonare un po’ in giro, il 17 Ottobre sarò ad Assisi dove porterò il mio brano Guernica alla finale del Concorso Nazionale Proscenium, ad inizio mese mi sono esibito alle Mura a Roma, dove ho avuto la possibilità di suonare i miei singoli in acustico. A breve usciranno altri singoli e se va bene un album.

Noi ringraziamo Cristiano Turrini per la sua disponibilità e vi lasciamo qui alcuni link utili per seguirlo:


Irene Lantano

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