La fantasmagorica Harley Quinn: come non amarla?


Harley Quinn

Radio Bicocca ha avuto il piacere di presenziare all’anteprima del film Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, tenutasi al The Space Cinema Odeon.

Prima della proiezioni, abbiamo avuto modo di prendere parte all‘experience di Harley Quinn: una statua a grandezza naturale della protagonista, diversi panel da sfruttare come sfondi per selfie e, per chi volesse sentirsi più Quinn, un team di truccatrici pronte a realizzare il suo stesso make-up. Presenti anche tanti i volti noti della carta stampata e di YouTube. Di seguito, due parole sulla trama del film e alcune nostre considerazioni a riguardo (no spoiler).

Cenni sulla trama

È la solita vecchia storia: una ragazza incontra un ragazzo, si innamorano, lei si getta in una vasca piena di rifiuti tossici, lui la segue e iniziano una romantica avventura di amore e crimine. Harley Quinn e Joker si sono amati, ma quando anche l’amore non basta più, è giusto dirsi addio.
Parte da qui il film Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn.

Dopo gli eventi di Suicide Squad, l’ex ginnasta e psichiatra Harley affronta le fasi del dolore nei modi e nei tempi stabiliti dalla sua personalissima follia. Pianti, risse, alcool, danze scatenate, una iena come cucciolo. Dopo tutto, è quello che ognuno di noi cerca di fare quando si conclude una storia d’amore: rialzarsi e riprendere in mano la propria vita. Ma si può davvero ricominciare senza mettere la parola fine al passato? Assolutamente sì.

Ma che gusto ci sarebbe altrimenti nel far esplodere uno stabilimento chimico che tanto ricordava il luogo dove tra lei e il suo Puddin era nato l’amore? La sobrietà non è una caratteristica di Harley, come nemmeno prendere decisioni ponderate. Finché c’era ancora il fantasma di Joker nella sua vita, Quinn poteva contare su una certa immunità a Gotham. Ma, resa pubblica la notizia della rottura, si ritrova accerchiata da varie persone a cui ha causato un torto: donne, criminali, polizia. Tutte la vogliono, compresi i due villain della pellicola: Black Mask e Mr. Zsasz.

Proprio Black Mask è sulle tracce di un diamante, tramite il quale poter accedere a codici bancari carichi di denaro appartenuto ad una famiglia mafiosa uccisa anni prima, i Bertinelli. Questo gioiello, sarà il minimo comune denominatore che unirà le vicende di altre 4 donne: Cassandra Cain ruba il diamante, entrando nel mirino di Mask e Zsasz; Dinah Lance / Black Canary funge da autista di Mask ma vuole salvare la piccola Cassandra e la sua lealtà vacilla; la detective Renee Montoya conosce entrambe le ragazze, per motivi diversi, e vuole salvare entrambe e fermare Mask; la Cacciatrice ha un conto aperto con i due villain, ed è intenzionata a chiuderlo scoccando quante più frecce con la sua balestra. Harley Quinn si invischia in tutto questo, un po’ spinta dal caso un po’ per sua volontà. Non resta che prendere la mazza e cominciare a divertirsi.

Il film sarà in tutte le sale italiane dal 6 febbraio.

Impressioni post film

In questo, il titolo del film è perfetto, perché di una fantasmagorica rinascita si parla: Harley Fottutissima Quinn capisce una cosa durante uno scontro con il villain Black Mask: Gotham non deve avere paura di lui – e a buon diritto, ndr – o di Joker, ma di lei.

Harley riesce a riprendersi da una rottura che l’ha devastata e, paradossalmente, deve ringraziare la sua patologica pazzia per averle donato una rete di sicurezza sulla quale cadere. Inoltre, le ha permesso di capire che non deve essere l’ombra di nessuno e sì, è magistralmente incline a cacciarsi nei guai ed è assolutamente portata a non rispettare la legge. Ma sa anche scoprirsi capace di aiutare una taccheggiatrice e difendersi da un numero abbastanza corposo di serial killer professionisti.

Birds of Prey e Harley Quinn

La folle regina Harley Quinn

L’unità di misura della pellicola non è la classica corsa al potere, i soldi, la forza, la vendetta. Ma la follia e le azioni che ne scaturiscono: sia che si tratti di far esplodere uno stabilimento chimico, sia che si ami spellare i volti umani, per poi però provare repulsione per un po’ di moccio (tutto deliziosamente incoerente, ndr).

In questo, Harley Quinn e Mask sono come due bambini che si fanno i dispetti ma che sotto sotto si vogliono bene. Anche perchè come “villain” Ewan McGregor non regge, apprezzabile invece negli scatti isterici e sopra le righe. D’altronde, essendoci di mezzo un diamante ed essendo l’attore rimasto praticamente uguale dai tempi del colossal “Moulin Rouge” (2001), ci si aspetta che cominci ad intonare una canzone e difficilmente si riesce a prenderlo sul serio come cattivo, nel senso stretto del termine. Ottima performance invece per Chris Messina aka Mr. Zsasz che dimostra di non conoscere mezze misure, dividendosi tra l’uccidere e il prendersi cura del suo amico.

Veniamo adesso alle Birds of Prey. Sono fondamentalmente uno sfondo che completa, abbellisce in senso positivo e non solo ai fini di riempire tempi e spazi narrativi. Nel loro piccolo sanno il fatto loro e se anche ti venisse in mente di desiderare un confronto tra loro e Harley Quinn, non ce ne sarebbe modo perché tutte e cinque ti avrebbero già preso a calci.


Davide Romano

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