Negli ultimi tempi su internet si era cominciato a parlare di un problema nelle produzioni italiane Netflix. A parte qualche eccezione come Suburra e Sulla mia pelle, infatti, gli altri contenuti prodotti nel nostro paese non hanno per niente soddisfatto critica e fruitori. Pensiamo alle serie Curon e Luna Nera, ma soprattutto a Summertime, dramma adolescenziale uscito a fine aprile di questo 2020, che ha riscosso pessime recensioni. Fortunatamente con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, la qualità torna a innalzarsi moltissimo e con essa anche le valutazioni degli esperti e la felicità degli spettatori. Addirittura, su Wired si parla di come questo film riesca a raccontare il ’68 meglio di qualunque altra produzione italiana degli ultimi cinquant’anni. Un discreto complimento. Inoltre, il film ha sicuramente il merito di far conoscere una storia incredibile, per molti anni finita nel dimenticatoio.
D’altronde Sydney Sibilia, regista e sceneggiatore del film, è oggi uno dei migliori nel panorama italiano e non solo. Il giovane regista di Salerno è salito alla ribalta nazionale con il primo dei tre film della serie Smetto quando voglio nel 2014. Sibilia però non è l’unica grande mente dietro al film. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, infatti, può contare anche su Matteo Rovere come produttore. Quest’ultimo è stato il più giovane cineasta italiano a vincere un Nastro d’argento al miglior produttore, proprio per Smetto quando voglio. Prima dell’ultimo lavoro per Netflix, ha lavorato alla serie tv Romulus, uscita lo scorso mese di novembre. Rovere è stato regista anche di due dei migliori film italiani degli ultimi anni: stiamo parlando di Veloce come il vento e Il primo re. Come cosceneggiatrice poi abbiamo anche Francesca Manieri, che ultimamente aveva lavorato con Guadagnino in We Are Who We Are. La Manieri è sicuramente un altro grande nome del cinema italiano, pronta a fare incetta di premi nei prossimi anni.
Il cast del film
Anche il cast è di assoluto rispetto. Protagonista indiscusso è ovviamente Elio Germano. L’attore classe 1980 è alla terza fatica dell’anno dopo i ruoli in Volevo nascondermi e Favolacce. Nel primo, l’interpretazione del pittore Antonio Ligabue gli è valso l’Orso d’argento al Festival di Berlino come miglior attore. Ne L’incredibile storia dell’Isola delle Rose interpreta Giorgio Rosa, un giovane ingegnere bolognese. Da poco laureato, si dimostra da subito insoddisfatto delle noiose carriere che tutti intraprendono nella sua professione. Il suo estro lo porta a creare e progettare in continuazione nuovi arnesi, da un non precisato oggetto per volare a un’auto, fino ad arrivare proprio alla costruzione dell’Isola delle Rose. L’accento bolognese di Elio Germano nel film è eccezionale. Sul web ci si è iniziati a chiedere se esista nel mondo un accento che l’attore romano non è in grado di riprodurre alla perfezione.
Un altro grande nome tra gli attori del film è sicuramente quello di Luca Zingaretti che riveste il ruolo del premier Giovanni Leone. È così ben truccato e camuffato da risultare irriconoscibile: se vedeste il film senza sapere che è lui lo scoprireste solo leggendo i titoli di coda. Non possiamo poi non citare la venticinquenne Matilda De Angelis, salita alla ribalta grazie al ruolo da protagonista nel già citato Veloce come il vento, quando aveva appena 21 anni. In questo film interpreta la protagonista femminile Gabriella e lo fa ottimamente, confermando le sue grandi qualità.
La trama
Il film si ispira alla storia vera di Giorgio Rosa, anche se poi se ne discosta per alcuni particolari. La prima scena ci porta subito a Strasburgo dove il protagonista si è diretto per rivolgersi al Consiglio d’Europa. Vuole infatti ottenere l’indipendenza dall’Italia per l’isola che lui stesso ha creato da zero. Siamo nel novembre 1968, da lì riavvolgiamo un attimo il nastro e riviviamo gli eventi precedenti. Tra i primi momenti abbiamo la festa in cui il gruppo di ingegneri, tra cui c’è anche il nostro protagonista, festeggia nel 1967 il successo all’esame di stato. Proprio quella sera, Giorgio Rosa incontra nuovamente la sua ex fidanzata Gabriella (Matilda De Angelis), laureanda in giurisprudenza, le cui conoscenze in campo giuridico si riveleranno poi fondamentali.
Giorgio Rosa aspira a una libertà che la semplice professione di ingegnere non riesce a regalargli. Dopo un negativo periodo di lavoro in Ducati, con l’amico Maurizio decide di provare a coronare questa pazza idea: realizzare un’isola da zero al di là del confine delle acque territoriali al largo di Rimini, in una zona appunto in cui lo Stato italiano non ha potere decisionale. Qui parte l’avventura dei nostri protagonisti, di più non vi diciamo per non spoilerarvi troppo il film.
La storia vera
Come detto, però le vicende reali sono andate in una maniera un po’ diversa. Il film si è ispirato alla storia di Giorgio Rosa ma ne ha raccontato le vicende tutte condensate nell’arco di un anno. L’idea venne al giovane ingegnere parecchi anni prima dell’effettiva costruzione dell’isola, questa piattaforma di circa 400 metri quadrati. Siamo nel 1956 quando Rosa, stanco della situazione stagnante della sua professione, ha l’illuminazione di crearsi un posto tutto suo, nuovo, dove sperimentare la vera libertà. La progettazione e la costruzione delle fondamenta lo tennero impegnato per vari anni: solo nel 1964 riuscì a terminare le fondamenta sottomarine, la base per l’isola. Il piano originario prevedeva la realizzazione di ben cinque piani anche se poi la costruzione si fermò a uno come vediamo bene nel film.
Altri punti fondamentali nella vicenda e ben raccontati da Sibilia e soci sono stati l’aver trovato l’acqua dolce e la proclamazione d’indipendenza, arrivata il Primo Maggio 1968. L’Isola delle Rose si dota così di una lingua ufficiale (l’esperanto), di una bandiera e di una sua moneta. Da qui scattano tutti i guai per la micronazione e lo scontro con lo Stato italiano che non poteva permettersi di lasciare tale libertà a Rosa e colleghi. L’avventura dell’Isola delle Rose durò in realtà solo 55 giorni, quando la Marina Italiana riuscì di fatto a creare un blocco navale attorno alla costruzione. L’anno seguente, precisamente nel febbraio del 1969, l’isola fu fatta colare a picco per mezzo di ben due esplosioni.
Speriamo di avervi convinto che valga davvero la pena vedere questo film, se ancora non l’avete fatto.
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