Lo Stato Sociale ft. UniMiB

Il 3 febbraio l'Università Bicocca ha ospitato Lo Stato Sociale, da remoto, per una conferenza speciale. Noi di Radio Bicocca c'eravamo per voi!


La conferenza stampa con protagonista Lo Stato Sociale è stata organizzata in data 3 febbraio 2021 dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con la collaborazione di due professori del dipartimento di Psicologia: la professoressa Foppolo (docente di Psicolinguistica) e il professor Gabbiadini (Informatica e Grafica per il Web e Psicologia Sociale per le Organizzazioni). Entrambi due grandi appassionati di musica che quindi si sono prestati di buon grado al ruolo di intervistatori per porre le domande alla band dello Stato Sociale, soprattutto a Bebo, che venerdì 29 gennaio ha rilasciato il suo primo album da solista.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando vi invitiamo a leggere questo nostro articolo. In poche parole: Lo Stato Sociale ha deciso di dar vita a un progetto innovativo al 100%. Non hanno fatto un nuovo album tutti insieme, ma 5 album singoli con 5 inediti cantati e pensati da ognuno dei componenti della band. Un progetto corale e allo stesso tempo individuale, che ha dato modo ad ognuno di loro di esprimersi musicalmente in modo completamente diverso dal solito.

La conferenza in Università (da remoto, ovviamente)

Prima di tutto, fa notare la professoressa Foppolo, ci sono tre possibili punti cardine di incontro tra l’Università e la band dello Stato Sociale: la musica, l’interazione con i giovani che si stanno formando e il linguaggio.

La prima perché è un’arte universale, tutti noi conosciamo e amiamo a modo nostro questo mondo di parole e suoni. Secondariamente, sia il mondo universitario che quello culturale-musicale si occupano del dialogo con i giovani, menti che sono fresche, plasmabili che attingono informazioni da ciò che li circonda per imparare e accrescere le proprie conoscenze. Si tratta di una sorta di “coscienza sociale” che accomuna i fini delle due entità, l’Università serve per formarsi, imparare, crescere e parallelamente la musica che ascoltiamo ci insegna qualcosa, manda dei messaggi che possiamo cogliere, commentare, fare nostri o ignorare ma in ogni caso ci può far ragionare su un argomento, un pensiero, ci fa mettere in discussione. Infine: il linguaggio, arte sopraffina e mezzo di comunicazione supremo accomuna senza dubbio questi due mondi che, in questa conferenza, si incontrano.

Ecco alcune delle domande-risposte che ci hanno colpito maggiormente:

I brani che hai scritto Bebo racchiusi in questo album sono stati scritti per lo più prima o dopo il 2020?

Bebo: Per lo più prima, se ci penso…c’ho preso, sono forse un po’ un uccello del malaugurio! (ride ndr) L’unico modo che ho di processare quello che mi succede se non capisco qualcosa è passeggiare, o chiamare qualche amico… a forza di camminare, camminare, qualcosa in questi anni ho messo in ordine. È un album molto verboso, tranne la canzone Prima che tu dica pronto. Ciò che credo è che quello in cui viviamo non sia un mondo “perfetto”, ma certamente è un mondo migliorabile. Un mondo migliorabile.

Citando proprio Prima che tu dica pronto, rispetto alle altre mi sembra una canzone molto più intima, rispecchia forse un po’ di amarezza per l’amore visto come un’utopia?

Bebo: Diciamo che sono il primo figlio della perdita di innocenza davanti all’amore. È un lavoro di risignificazione. Sono arrivato alla consapevolezza che in coppia, in amore, si è due persone diverse. Non sono io il supereroe di me stesso, non devo esserlo, ne lo è l’amore. Non posso entrare nella testa delle altre persone. Questa canzone parla di un modo di esser più disillusi, ma più attaccati alla realtà.

Quando nel testo di una canzone dici che il successo non serve a nulla, leggo forse anche qui forse il discorso che hai appena citato, di restare più attaccati alla realtà?

Ora viviamo in una società “della performance”, il successo non è una misura di nulla. Sennò dovremmo dare davvero ragione alle mosche…!

In conclusione, è un lavoro davvero tosto, quello di Bebo…!

Bebo: Volevo scrivere il disco perché le citazioni finissero nelle foto degli influencer (ride)
Alberto: (sarcasticamente) devo dire che il disco di Bebo è quello più pop!

(Eh si, ci sentiamo di dire che è un album davvero molto denso, che bisogna digerire con il tempo.)

Ragazzi ma tra qualche anno penserete che i vostri fan vi ricorderanno per questi progetti individuali o per quello di gruppo, Lo Stato Sociale?

Alberto: Ci abbiamo pensato a questa eventualità. Ognuno degli album che uscirà è diverso dagli altri, per tutti, anche esteticamente parlando. Sono stati creati seguendo le scelte individuali artistiche di ognuno di noi, però diciamo che Lo Stato Sociale resta comunque la nave madre di questi progetti.

Enrico (Carota): É come un approfondimento su ogni componente del gruppo. Come nelle serie tv più belle, in cui ogni tot di puntate c’è un episodio che si concentra su un singolo personaggio e lo approfondisce, ti permette di conoscerlo meglio.

La conferenza è stata molto interessante e si sono alternati momenti più seri ad altri più comici. Numerosi sono stati gli interventi ironici e i siparietti aperti tra un componente e l’altro della band bolognese. Argomento certamente “scottante” è la prossima (seconda) partecipazione del gruppo a Sanremo.

Alla domanda “Avete mai litigato?” i componenti della band ridono all’unisono. Risponde Alberto Con rammarico, dico no”, Bebo aggiunge: “Si sa, la democrazia è l’arte di rosicare…!”.

Bebo conclude rispondendo ad una domanda e facendo una bella riflessione sul mondo musicale italiano. “L’artista gioca a una velocità diversa rispetto a chi ha gli strumenti o dovrebbe averli per spiegarla, e questo è un peccato. Il segno sonoro è un linguaggio, il senso è che se io faccio una citazione piuttosto che un’altra ha un significato. Ci sono cose che descrivono la realtà non solo per quello che è la parola detta.

I profili Instagram de Lo Stato Sociale: Lodo, Bebo, Alberto, Enrico e Checco


Sara Garnieri

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