Partiamo da una premessa: il riconoscimento dei traguardi femministi e l’attenzione alle tematiche di genere non sono attività da tenere in considerazione solo l’8 marzo.
Prendiamo però la Festa della donna anche come un’occasione per mettere in primo piano le storie di donne che con la loro passione e la competenza ci dimostrano che non grazie a ma nonostante il contesto sociale – purtroppo ancora lontano dalle pari opportunità – si possono raggiungere importanti successi ed aprire la strada a nuovi orizzonti di inclusione e valorizzazione.
Oggi, in particolare, parliamo di film diretti da donne.
Film diretti da donne: il panorama del settore
Si può prendere come esempio dell’evoluzione femminista il cinema, un settore in cui, ancora ad oggi, è difficile per le donne competere con la predominanza maschile. Secondo il Report UNESCO del 2018 “Re|Shaping Cultural Policies”, le donne del settore cinematografico non solo non vengono adeguatamente rappresentate, ma hanno anche un accesso alle risorse più scarso e vivono un consistente gender pay gap.
Per fortuna però il vento sembra star cambiando e alcuni esempi della storia recente ci dimostrano che il ruolo delle donne sta finalmente acquisendo il peso che gli spetta. Pensate ad esempio a Chloé Zhao (regista di Nomadland), che con le due vittorie agli Oscar 2020 per il miglior film e per la miglior regia ha lasciato il segno nella poco lusinghiera storia delle donne in questa cerimonia.
Ma l’impronta femminista nel cinema passa anche per il prodotto stesso, o meglio per il modo in cui le scelte narrative e visive di un film passano attraverso lo sguardo della regista. Un film femminista non è esclusivamente un film con una protagonista forte e indipendente, ma è un’opera in cui si sfida la canonica prospettiva maschile per dare spazio a una rappresentazione femminile più autentica.
Ecco quindi 3 film diretti da donne, in cui il female gaze si declina in scelte stilistiche di rivendicazione femminile.
Raw di Julia Ducournau (2016)
Raw è un horror del 2016 scritto e diretto da Julia Ducournau. La storia ruota intorno a Justine, una ragazza timida e introversa che inizia il suo primo anno alla scuola di veterinaria. Justine, come il resto della sua famiglia, è da sempre vegetariana, ma finisce per infrangere il suo codice morale quando mangia un pezzo di carne cruda come rito di iniziazione per le matricole. Il sapore della carne animale scatena in lei un appetito ben più sinistro per quella umana e in un’escalation di violenza Justine si trasforma in una vera e propria cannibale mangia-uomini.
Come può un horror sanguinolento esser definito “femminista”? La visione di Ducournau in Raw si concentra su una rappresentazione senza filtri e quasi animalesca della figura femminile. In un mondo in cui siamo abituati a personaggi femminili stereotipati, aggraziati, composti e al limite dell’etereo, le donne di Raw sono associate in maniera viscerale a elementi come vomito, sudore, peli corporei e molto sangue. Justine non è uno zombie sexy ipersessualizzato, ma un reale mostro che compie atti disgustosi senza imbellettamenti. Questo ritratto non solo rende ancora più d’impatto il grottesco del film, ma è un ottimo esempio di come lo sguardo femminile nel cinema possa usare l’orrido per strappare lo spettatore dalle sue convinzioni sul corpo femminile.
Piccole Donne di Greta Gerwig (2019)
Piccole Donne è un titolo che quasi non ha bisogno di spiegazioni. La storia delle sorelle March, nata dalla penna di Louisa May Alcott, è un emblema della letteratura femminista ed è stato negli anni rappresentato meravigliosamente anche sul grande schermo. L’ultimo adattamento risale al 2019 ed è ad opera della regista Greta Gerwig, conosciuta anche per Lady Bird e Frances Ha. Si tratta di un film in cui in primo piano ci sono donne costruite a 360°, che spesso devono destreggiarsi fra gli ostacoli che la società patriarcale pone ai loro desideri. Il caso più lampante è quello di Jo, la più indipendente delle sorelle, che aspira a diventare scrittrice e che rifiuta ideologicamente il matrimonio.
Piccole Donne vuole spingere le donne a lottare per realizzare i propri sogni nonostante l’ostilità verso l’ambizione femminile che ancora si fa sentire dopo più di 150 anni dall’uscita del romanzo. Proprio per l’estrema attualità dei suoi temi, Piccole Donne non ha bisogno di essere catapultato nel XXI secolo per acquisire appeal. Al contrario, tutte riusciamo ad identificarci in una o più delle sorelle March nonostante la distanza storica.
Piccole Donne ci mostra come in un classico si possano ritrovare motivi della contemporaneità che ancora risuonano nella vita delle donne e che possono continuare ad essere una fonte di motivazione. Per una recensione più estesa leggi il nostro articolo.
Private Life di Tamara Jenkins (2018)
Nel suo film del 2018 Private Life, Tamara Jenkins esplora il tema della genitorialità e della fertilità attraverso Richard e Rachel, una coppia di ultraquarantenni che tentano, con parecchi insuccessi, di avere un figlio. Con la sua scrittura brillante Private Life tocca diversi punti caldi di questioni che riguardano intrinsecamente le donne e i loro diritti, come la conciliazione lavoro-famiglia, gli abusi del sistema medico nei confronti di chi sceglie il procedimento di fecondazione assistita e la pressione sociale sulla maternità.
È la stessa Rachel a fare un riferimento diretto in una scena del film:
“I just feel so betrayed. All the shit I was fed in college. Feminist ideology. It was a lie that I could have a career and then have kids. Well obviously that hasn’t panned out. I should send them the bills for our IUIs and IBFs”
Film come Private Life sono importanti perché hanno il coraggio di mostrare con onestà tutta la frustrazione delle donne che nelle loro decisioni personali si ritrovano vittime passive di forze esterne. Non solo donne-eroine quindi, ma in primis donne umane, stanche, deluse e giustamente arrabbiate. Uno schiaffo morale dal sapore dolce-amaro, che ci ricorda di continuare a indignarci per le ingiustizie ancora perpetrate.
Questi erano tre suggerimenti di film diretti da donne, in cui si può leggere come lo sguardo femminile e femminista produca opere di profondo rilievo sociale, da cui tutti possiamo trarre insegnamenti e ispirazione per una riflessione più ricca sulle questioni di genere.
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