Madres Paralelas ha aperto la 78esima Mostra del Cinema di Venezia, là dove lo stesso Almodóvar ha visto l’alba come regista nel 1983, nella sezione Mezzogiorno Mezzanotte. Il film si è aggiudicato la Coppa Volpe per la Miglior Interpretazione Femminile grazie alla recitazione di Penélope Cruz (Janis), co-protagonista della pellicola insieme a Milena Smit (Ana). Noi di Radio Bicocca abbiamo avuto l’onore di vederlo in anteprima in sala e questa è la nostra opinione.
La trama
Madres Paralelas segue la storia di Janis e Ana, le cui strade si incrociano nelle stanze d’ospedale dove entrambe vanno a partorire le loro bambine. Sono donne molto diverse fra loro: Janis è una fotografa di mezza età, appassionata e piena di determinazione; Ana è appena un’adolescente, insicura e lasciata a se stessa dai genitori assenti. Le loro gravidanze sono frutto di un errore, ma nonostante ciò entrambe varcano le soglie della sala parto, l’una senza alcun rimpianto, l’altra terrorizzata da ciò che l’aspetta. Quello che sembra un punto di contatto isolato si rivelerà solo l’inizio delle vicissitudini che porteranno le vite delle due madri a intrecciarsi in maniera inaspettata e sempre più profonda. Si costruirà un rapporto di fiducia e amore, in cui condivideranno dolore e gioia, tanto da diventare l’una il rifugio dell’altra. Una sconvolgente scoperta, di cui Janis viene a conoscenza poco dopo la nascita della figlia, diventa però la bomba a orologeria che rischia da un momento all’altro di esplodere e mandare in frantumi il loro equilibrio.
I temi di Madres Paralelas
Già dal titolo è palese che Madres Paralelas sia un film dalla fortissima energia femminile. Le donne, caratterizzate con la giusta complessità, dominano lo schermo e si fanno portavoce di un dramma dal carattere realistico e dal sapore dolce-amaro. Madres Paralelas è in particolare una narrazione di madri, ruolo analizzato con diverse sfumature in più personaggi. In primis abbiamo Janis e Ana, che si ritrovano ad affrontare da sole la genitorialità, con tutte le difficoltà che ciò comporta. Anche loro sono però figlie di qualcuno: nel caso di Janis, di una hippie morta di overdose quando lei aveva solo cinque anni; in quello di Ana, di una donna che ai suoi doveri di madre ha sempre anteposto i propri desideri e progetti.
Nel paesino natio di Janis c’è poi un’altra schiera di donne, che sono madri, nonne e zie, e che sono anche loro definite dalla stessa forza delle protagoniste. Si tratta delle vedove dei morti della Guerra Civile Spagnola e delle loro discendenti, che da anni lottano per poter riesumare le spoglie dei loro uomini dalla fossa comune della zona e dare loro una degna sepoltura. In questo contesto il tema della maternità si intreccia con quello della memoria, che nelle donne non si spegne mai, ma anzi viene preservata con dignità a tutti i costi.
Conclusioni
In Madres Paralelas ci viene mostrata una realtà che spesso osserviamo troppo da vicino per comprendere a pieno. Il film ci narra di donne forti con vite difficili, donne che affrontano il silenzio, l’abbandono, la violenza. Sono donne che spesso mettono al mondo altre donne, che siano pronte o meno a prendersene cura, e così il ciclo viene ripetuto generazione dopo generazione. Ogni interpretazione in Madres Paralelas tocca le più profonde corde emotive, mettendoci in sintonia con i personaggi, anche quelli più negativi, e trasportandoci fino all’ultima inquadratura lungo il filo di un’avvolgente tensione. Almodóvar, in quanto regista e sceneggiatore, è indubbiamente il padre dell’opera, ma altrettanto indubbiamente è un figlio della propria madre e della propria Terra, ed è in Madres Paralelas che leggiamo il suo più commovente tributo.
Madres Paralelas uscirà al cinema il 28 ottobre. Qui il trailer:
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