Il 26 novembre all’Alcatraz di Milano si terrà la prima edizione del Medicine Rocks, evento nato con l’obiettivo di commemorare lo storico produttore di eventi musicali Tomaso Cavanna. Il ricavato verrà interamente devoluto all’Associazione Medicine Rocks che si pone come obiettivo quello di promuovere la ricerca medica in campo immunoterapico e nanomedico.
Di seguito la nostra intervista a Edy Campo, fondatrice di Medicine Rocks e organizzatrice degli eventi benefici.
Com’è nata Medicine Rocks? Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine?
Quest’associazione è nata subito dopo la scomparsa di Tomaso Cavanna che, oltre ad essere il mio compagno di una vita, è stato anche un operatore di prima linea per tutti gli eventi musicali a Milano e in Italia, basti vedere i Jova Beach Party di quest’estate. Nei giorni immediatamente successivi alla sua scomparsa sono stata contattata da molti artisti che avevano piacere di organizzare qualcosa in sua memoria. Negli stessi giorni ho incrociato un professore italiano molto giovane che lavora però già da diversi anni a Huston, al Metodist Institute, li si occupano di immunoterapia, è una maniera particolare e nuova di affrontare una problematica attuale. Lui mi ha ispirato la possibilità di istituire una borsa di studio in nome di Tomaso affinché un giovane ricercatore possa impegnarsi nell’immunoterapia così come la stanno studiando loro. Unendo quindi i puntini tra la disponibilità degli artisti, la disponibilità che ci ha dato subito l’Alcatraz a Milano e la possibilità di istituire la posizione di un ricercatore finanziata attraverso un concerto, abbiamo fondato l’associazione Medicine Rocks.
Abbiamo fatto il primo evento il 19 ottobre con i Negrita a Venezia ma abbiamo in programma, oltre alla data di Milano, anche altri concerti, workshop e incontri. A Milano saranno invece presenti moltissimi artisti che fin dal primo momento si sono resi disponibili, come ad esempio Jovanotti, Salmo, i Negrita, i Bluvertigo, i Subsonica e tantissimi altri. Sarà una grande serata di musica e, in fondo, Tomaso era una persona molto positiva, è giusto anche “festeggiarlo” in qualche modo perché lui era fatto così, adorava la musica e questo è il miglior modo di ricordarlo.
Queste serate hanno quindi come obiettivo quello di sensibilizzare il pubblico verso certe tematiche. Penso anche ai Jova Beach Party che avevano come obiettivo il rispetto dell’ambiente. Come mai nella maggior parte dei concerti non è presente un impegno da parte degli artisti nel sensibilizzare il pubblico verso una particolare tematica?
Credo che questo la sarà sempre di più. Lorenzo con il Jova Beach Party ha aperto la strada e diventerà sempre più evidente l’impegno degli artisti verso tematiche di questo tipo, per sensibilizzare e per far conoscere al pubblico le problematiche più attuali. Sono temi che riguardano tutti noi e anche io che lavoro nel mondo della musica da tanti anni vedo che sempre di più c’è un attenzione di questo tipo. Le persone che hanno lavorato al Jova Beach ad esempio si sono accorte che dovevano necessariamente sviluppare dei temi di tipo ecosostenibile, di plastic free, di minore impatto possibile, perché a un certo punto erano gli stessi ascoltatori che chiedevano questo tipo di cose. È una necessità quasi di marketing, sono i ragazzi stessi che chiedono e pretendono l’attenzione a certi temi, e penso sia una cosa meravigliosa.
Tornando all’associazione di Medicine Rocks, come funzioneranno le collaborazioni con le università?
Già questo primo progetto di borsa di studio prevede un bando che verrà esteso a tutti gli istituti universitari italiani per cui il ricercatore, che dovrà avere certi requisiti, verrà comunque scelto all’interno del sistema universitario italiano. Siamo tutti convinti che sia necessario coinvolgere i ricercatori italiani anche per farli rimanere in Italia, ci sono delle eccellenze non solo come ragazzi ma anche come centri di ricerca. Io ho visitato personalmente l’Humanitas e i suoi laboratori e ho trovato una realtà estremamente moderna, incredibilmente ricca di spunti e piena di giovani che fanno molta esperienza nei laboratori anche se ancora studenti. In questo caso la collaborazione è legata all’università loro ma il bando di studio è aperto poi a tutti gli atenei italiani per la posizione di ricercatore. Non sarà solo una borsa di studio, che solitamente finisce entro l’anno, ma noi finanzieremo l’intero lavoro di ricerca. L’obiettivo è di 3 anni e in questo periodo devolveremo tutti i fondi che raccoglieremo per questo progetto. Il mondo della ricerca poi è molto affascinante, più di quanto possa sembrare dall’esterno. È una realtà piena di passione ed entusiasmo, non è solo un lavoro noioso e serio in un laboratorio. C’è una grande componente creativa che dovrebbe affascinare e far appassionare tanti giovani a questo mondo.
Ringraziamo ancora Edy Campo per la disponibilità e, di seguito, alcuni link utili:
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