Merio è un rapper emergente che, a colpi di singoli, è riuscito a pubblicare il suo primo album di inediti lo scorso settembre sotto l’etichetta Costello’s Records. Partito da Brescia insieme ai Fratelli Quintale, ha maturato molta esperienza tra la musica e la vita.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per conoscere meglio lui e la sua musica.
A settembre è uscito il tuo primo album di inediti sotto la Costello’s Records. Il video della canzone Settembre è ambientato negli anni ’90, come anche quello di Festa grande. Sei un ragazzo nostalgico? Sei influenzato da quegli anni?
Settembre è il mese di svolta, tutto inizia e tutto finisce, vedi i cambi di scuola, il ritorno al lavoro. Il video inizialmente era nato con l’idea di fare un collage solamente con foto e video di me da bambino quando ancora c’era mia madre; poi invece abbiamo pensato che era meglio unire spezzoni di pubblicità vecchie ma molto amate in maniera da risvegliare quelle sensazioni di quando eri ragazzo. Le uniche clip di me da bambino sono di quando ero in gita a Gardaland e si trovano all’inizio ed alla fine. Sono super nostalgico e malinconico ed il pezzo stesso lo è. All’inizio la gente ha fatto fatica a capire questo video ma col tempo questa idea sta ripagando e viene sempre più apprezzato; volevo trasmettere le emozioni che ho provato in quegli anni soprattutto ai ragazzi più giovani che non li hanno vissuti.
Quanto contano le tue esperienze vissute per la stesura dei testi?
Il disco, Pezzi di Merio, è il sunto di tre anni della mia vita, precisamente dal 2015 fino al 2018. È stato un periodo particolarmente cupo come si percepisce ascoltando le tracce. Quando scrivo tendo sempre a parlare del mio vissuto personale, soprattutto di quelle esperienze in cui ci ho sbattuto la faccia.È raro che scriva di cose che io non abbia vissuto. La mia idea è di far passare lo stato d’animo.
Quando hai capito che era il momento giusto per pubblicare un tuo album di inediti?
Pezzi di Merio è appunto il riassunto di un periodo cupo, dal 2015 al 2018 ho pubblicato singoli ma senza concretizzare un progetto perché la musica, in quel momento, non era il mio focus ed inoltre facevo avanti ed indietro da Londra. Poi ho rincontrato Manenti e Markino che sono miei amici storici; Markino è un musicista e avevo lavorato con lui quando ero con i fratelli Quintale. Non ci siamo mai persi di vista però avevamo meno contatti. Avevo dei pezzi e glieli ho fatti sentire, loro mi hanno detto che fare il disco era la mossa giusta perché i miei brani avevano del potenziale; inoltre sentivo che la gente che mi ascoltava mi chiedeva un disco. Mi spiace proprio non aver prodotto prima questo progetto. Questo album è solo un antipasto, siamo pronti per nuovi progetti.
Oltre alla scrittura dei testi, quanto hai partecipato alla realizzazione della stesura musicale?
Alcuni pezzi sono nati insieme con Markino in studio: scriviamo la linea melodica insieme oppure lui crea la melodia e sono io che mi presento con il testo. Invece a volte, come ad esempio per Testimoni, la melodia mi viene fornita da altri ragazzi ed io elaboro poi solo il testo.
Hai pubblicato il singolo, non presente nell’album, Mario Martello per annunciare il tuo tour, puoi raccontarci qualcosa su come lo hai strutturato?
Durante lo show, che dura circa un’ora e mezza, proponiamo brani del nuovo disco, Mario Martello e qualche vecchio brano però generalmente la scaletta non è programmata, ma viene decisa al momento in base all’energia che ci arriva dal pubblico. A marzo 2019 concluderemo questa prima parte di live.
Mi è parso di capire che hai nuovi progetti in testa, ci puoi dire qualcosa di più?
Sto lavorando al secondo album, abbiamo fatto dei provini, ma il tutto è ancora in una fase embrionale. Non passerà molto tempo prima che lo si possa ascoltare, siamo “belli caldi”.
Di seguito vi lasciamo l’album da ascoltare, allenatevi perchè Merio non vede l’ora di vedervi ai suoi concerti!
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