Il 23-24-25 settembre a Faenza (RA) si terrà il MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, il più grande festival della musica italiana e primo festival del giornalismo musicale. Radio Bicocca ha intervistato per Voi il suo patron: Giordano Sangiorgi.
Nel 2016 cosa si intende per musica indipendente?
Il termine musica indipendente non assomiglia più a quello di vent’anni fa, quando è nata la musica indipendente in Italia. È un termine in parte obsoleto e che non è più rappresentativo se proprio vogliamo dargli un significato, musica indipendente è e sarà nel futuro la musica made in Italy, ovvero quella che si produrrà in una singola nazione, dal momento che abbiamo sempre più mercati internazionali e globali dove si vende lo stesso prodotto in tutto il mondo, tramite multinazionali online e fisiche che abbandonano gli investimenti su scala nazionale. Quindi tutti gli artisti che vendono solo in un paese diventeranno indipendenti e si autoprodurranno con la loro etichetta.
In questi 20 anni del MEI, in che modo il web ha influenzato la crescita e la promozione degli artisti?
Il web ha avuto moltissima influenza perché ha rotto le barriere che impedivano un tempo ad un artista di poter presentare il suo progetto musicale al pubblico senza passare da giudizi oppure produzioni costose com’erano quelle prima del cd. Quindi un grande abbattimento dei costi per poter arrivare al pubblico, grande facilità di potersi far conoscere al pubblico e avere un bacino di utenza maggiore, che può arrivare a tutti gli italiani in possesso di un pc, tablet o smartphone. Non a caso però, visto i grandi numeri, questo mercato purtroppo oggi è in mano alle grandi multinazionali come Youtube, Google, Apple, Facebook, Amazon e pochi altri che fanno loro il business e tu devi lavorare per poter emergere in questo campo di lavoro dove sono in pochi a decidere e soprattutto quello che fai viene pagato in modo irrisorio perché non c’è concorrenza e perché ci sono pochi marchi che detengono la gran parte del mercato.
Quali grandi difficoltà può incontrare un artista emergente?
Oggi la difficoltà maggiore è che, rispetto a vent’anni fa, la crisi economica, l’innovazione tecnologica e i cambiamenti culturali del paese determina il fallimento del mercato dei cd e dei demo tape, che per un artista emergente di vent’ani fa era un mercato che magari gli permetteva di vendere 5/10 mila copie ai banchetti dei live a 10 euro al pezzo e con 50 live poteva vivere di musica. Oggi invece non si incassa quasi nulla dalla messa online perché viene pagata pochi milllesimi di euro o addirittura nulla dalle maggiori multinazionali. C’è anche una scarsità di risorse per chi fa i live, in quanto il pubblico è meno interessato agli artisti che eseguono dal vivo musica inedita. È una situazione critica e ci vuole il decuplo della passione che ci voleva vent’anni fa per inserirsi nel mercato che ha delle economie molto più basse rispetto ad un tempo.
Un ultima domanda, abbiamo visto che in questi anni il MEI ha fatto molti passi avanti ed ha apportato molte innovazioni, quali obiettivi volete raggiungere nei prossimi anni?
Credo che con i cambiamenti complessivi che ci sono nel mercato non dico ogni anno, non dico ogni sei mesi, ma quasi ogni mese è difficile dirlo. Noi da vent’anni siamo passati dal boom del cd, della cassetta, delle fanzine per passare all’mp3 ed al modello iTunes che stanno scomparendo, siamo già arrivati a YouTube e Spotify, quindi sono cambiamenti continui ed è difficile sapere come sarà il futuro. Sicuramente un futuro importante sarebbe quello che, da parte di artisti indipendenti ed emergenti, venisse fatta qualche battaglia a livello internazionale, bisogna capire che se non ci si riappropria dei propri diritti online e di esecuzione dei brani e si cerca di avere più euro possibili da chi distribuisce la propria musica online e più euro possibili da coloro che incassano i nostri diritti e li devono ridistribuire fino all’ultimo euro, rischiamo di non avere risorse per i giovani artisti. Un obiettivo è quello quindi di contare di più nei nuovi modelli di raccolta risorse per la musica. Se un tempo erano i cd ed i live, anche se i live restano ma con meno importanza economica di un tempo, oggi i soldi sono nell’online e nei diritti bisogna che l’artista indipendente o emergente entri nel mercato come gli artisti di vent’anni fa e arrivino a delle quote come 26% di quello del mercato dei cd o il 70% del mercato di musica dal vivo.
Di seguito i link dell’evento per rimanere sempre aggiornati:
sito web: meiweb.it
facebook: MEI – Meeting Degli Indipendenti
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