Ci siamo mai veramente fermati a pensare cosa porta 1 donna su 3 in Italia a subire violenza fisica o sessuale, la maggior parte delle volte per mano di un uomo di loro conoscenza?
Oppure perché nel mondo ogni minuto 7 adolescenti si convertono in bambine-spose?
E ancora, come mai in Italia l’80% del lavoro domestico non pagato è portato avanti dalle donne?
Studi confermano che il maltrattamento sia il più delle volte giustificato, e non solo agli occhi dell’universo maschile; ad abbracciare questa prospettiva sono spesso esponenti della sfera femminile le quali credono che “a volte sono proprio le donne a provocare la violenza negli uomini”, come affermava Maria Francavilla, esponente di FI, nel non lontano 2018.
Quando mi confronto sul tema delle differenze di genere sono spesso giovani donne a fare luce sul fatto di sentirsi fortunate in quanto il proprio compagno le aiuta in casa; come se il lavoro domestico fosse una prerogativa femminile. Nel momento in cui l’uomo sparecchia una tavola, cambia il pannolino alla propria bambina o porta fuori la spazzatura viene considerato alla stregua di un evento quasi straordinario. Un amico un giorno affermò che lui in casa si dà da fare e che aiuta la sua fidanzata a fare il letto appena sveglio come se fra quei morbidi guanciali lei dormisse sola.
Perché le innumerevoli campagne contro violenze e stereotipi di genere sorvolano le nostre menti senza intaccare le nostre coscienze, i nostri modus operandi?
Una persona violenta che passeggiando per strada scorge una campagna che esclama con forza NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE non smetterà di colpire quando l’ira la divorerà da dentro.
Qualche giorno fa, davanti ad una banca che sponsorizzava il suo piano di risparmi, le foto di una bambina ed un bambino accompagnavano l’annuncio il quale invitava ad essere parsimoniosi al fine di costruire il futuro dei propri sogni. Con sguardo speranzoso la bambina fantasticava rispetto a ciò che sarebbe potuta diventare, rigorosamente vestita da maestra e davanti ad una lavagna con un gessetto in mano; il bambino invece gonfiava il petto vestito da chirurgo.
Finché il blu sarà il colore dei maschi ed il rosa quello delle femmine, poco o nulla potrà sviscerare pregiudizi, ingiustizie, violenze e stereotipi.
È l’educazione il cuore di questa campagna che rileva la necessità di educare senza paura, lasciando che un bambino sperimenti la cura paterna attraverso il gioco delle bambole, mentre una bambina calcia decisa un pallone.
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