Il trittico Balanchine / Kylián / Béjart è forse la rappresentazione migliore del balletto novecentesco, un’occasione imperdibile sia per gli amanti del genere, sia per i neofiti intenzionati ad avvicinarsi a questa forma d’arte. Ciò che rende quest’occasione ancora più speciale è la partecipazione di Roberto Bolle, uno dei nomi più autorevoli nel settore e uno dei ballerini più apprezzati degli ultimi anni.
La prima esibizione della serata del 29 novembre sarà dedicata alla Symphony in C di Georges Bizet con le coreografie di Balanchine. Il corpo di ballo si destreggerà tra quattro diversi movimenti dell’opera, alternando momenti frenetici e lenti, un precario equilibrio che si sposerà alla perfezione con la musica. La sinfonia che accompagnerà i ballerini risale al periodo giovanile del compositore quando, ancora diciassettenne, la scrisse durante le ore libere al conservatorio. Complessivamente ci saranno 48 ballerini e, nell’emozionante finale, le ballerine si getteranno tra le braccia dei loro partner mentre le soliste verranno sollevate in alto, concludendo nel migliore dei modi questa prima parte.
Il secondo frammento della serata sarà dedicato al Petite Mort di Kylián, uno dei pochi artisti in grado di cogliere a fondo l’essenza di Mozart, riuscendo a trasportare la delicatezza delle melodie nei corpi dei ballerini. La sensualità si mescolerà all’eleganza e alla leggerezza dei movimenti, con un pianoforte che spesso si troverà da solo ad accompagnare i movimenti degli artisti. Interessante l’uso di sciabole nella coreografia, un modo per accostare violenza e amore, l’eros e thanatos della mitologia greca.
Il terzo momento è forse quello più atteso, è il turno del Bolero di Ravel, eseguito da Roberto Bolle. La scenografia sarà la più suggestiva, con un tavolo arancione in mezzo al palco sul quale danzerà il protagonista di questa sinfonia. Per quindici minuti attorno a lui tutto il corpo di ballo sarà seduto su vecchie sedie e, uno ad uno, i ballerini si alzeranno e si uniranno alla danza, fino a culminare in una sorta di rito musicale nel quale tutti partecipano, sia chi balla sia chi osserva. La coreografia è firmata da Béjart, colui che è stato in grado di prendere il Bolero e trasformarlo, cogliendone l’essenza orientaleggiante e trasformando il balletto in un escalation musicale di grande impatto.
Oltre alla musica, il teatro è anche attento alle tematiche sociali e di attualità: in seguito ai tragici allagamenti di Venezia, la serata del 29 novembre sarà dedicata alla raccolta fondi a favore del Teatro la Fenice, danneggiato in queste settimane. Rispetto ai precedenti spettacoli, in questa data il Bolero vedrà come protagonista Martina Arduino al posto di Roberto Bolle.
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