Un titolo eloquente, “lo sporco”, per un film esplicito e diretto, basato sull’omonimo libro biografico scritto da Neil Strauss con la collaborazione degli stessi Motley Crue. Il biopic si apre con la voce narrante di Nikki Sixx, interpretato da Douglas Booth, che esordisce con una riflessione sprezzante sugli anni ’80 – definiti “il peggior ca**zo di decennio della storia dell’uomo” – mentre sullo schermo scorrono video e spot dell’epoca.
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La scena si sposta quindi rapidamente in un appartamento a Los Angeles, dove si sta svolgendo un tipico festino pre-concerto, a base di droghe, alcol, sesso ed altri eccessi. È questo il modo in cui i quattro musicisti appaiono al pubblico, contrapponendo una surreale leggerezza narrativa alle attività esplicite e trasgressive nelle quali sono impegnati.
Tommy Lee, batterista, viene presentato come l’adolescente incosciente che, sotto effetto di cocaina, è intento a svolgere pratiche sessuali con una groupie davanti allo sguardo affascinato degli astanti; Nikki, bassista e autore, è il ribelle trasgressivo impegnato a dare fuoco al proprio braccio; Vince Neil, cantante, veste i panni del narcisista ‘Don Giovanni’, in un rapporto fugace con una ragazza impegnata; Mick Mars, chitarrista, è l’anziano cinico, cupo e arrabbiato, steso a letto, nel tentativo di placare il proprio dolore.
Tutto ciò avviene nei primi due minuti di film che sono sufficienti a farsi un idea del ritmo sostenuto, ricco di flashback e flashforward, dinamico grazie ai frequenti passaggi di testimone da parte dei protagonisti che prestano alternativamente la propria voce narrante. È interessante l’espediente usato dal regista Jeff Tremaine di far infrangere ai personaggi la ‘quarta parete’, per precisazioni e note riguardo la veridicità degli episodi presentati.
Ma ciò che è ancora più evidente è che la produzione musicale, il processo creativo e i cenni biografici, sono marginali: il protagonista indiscusso di questo film è lo sporco, non nascosto, ma anzi spettacolarizzato, che ha contribuito alla fama del gruppo statunitense. Ed è il lato oscuro, fatto di un loop incontrollato di abuso di sostanze, rapporti promiscui, violenza ed una eterna lotta interiore per tentare di placare gli effetti distruttivi di questa condotta efferata sulle proprie vite, che rende i Motley Crue legittimi paladini del dogma “sesso, droga e rock ‘n’ roll”.
Tuttavia, il velo nero di eccesso e trasgressione non può fare ombra su una produzione musicale di successo, che ha regalato al rock internazionale, negli anni ’80, album come Girls, Girls, Girls e Dr. Feelgood premiati rispettivamente con 4 e 6 dischi di platino. Grazie alla loro musica e ai loro concerti, ricchi di costumi di scena, scenografie ed effetti speciali, i Motley Crue hanno conquistato il titolo di Padrini del Glam Metal, regalando al pubblico spettacoli da stadio, mai visti prima.
I diritti per la trasposizione cinematografica del romanzo sono stati acquistati nel 2006 da Paramount Pictures e MTV films. Si è dovuto però aspettare che nel 2017 Netflix acquistasse i diritti perchè il film venisse realizzato. La pellicola è stata presentata il 18 Marzo ad Hollywood per essere poi distribuito sulla piattaforma streaming di Netflix a partire dal 22 Marzo 2019.
Mario Palmisano
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