Dal 14 ottobre è disponibile su Netflix una nuova serie tv intitolata Tutto chiede salvezza, tratta da un libro di Daniele Mencarelli (vincitore del premio Strega Giovani 2020). Un appuntamento assolutamente imperdibile per chi ama riflettere ed esplorare in un modo nuovo un tema fortemente sottovalutato: la sanità mentale.
La paura del “diverso”
Nei sette episodi che compongono la serie viene raccontato il viaggio di Daniele, un ragazzo romano che si è ritrovato ad affrontare un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) all’interno di una struttura psichiatrica. Il motivo gli risulterà inizialmente ignoto, incapace di ricordare cosa avesse potuto fare la sera prima per svegliarsi in un letto legato. Il carico di emozioni arriverà quando il protagonista incomincerà a ricostruire il puzzle. Ciò darà avvio a un tour introspettivo alla ricerca proprio di una salvezza apparentemente utopica.
Il fulcro della trama si trova nel rapporto tra Daniele e gli altri ragazzi presenti nella struttura. Inizialmente, sentendosi nel posto sbagliato, si pone con un atteggiamento distaccato, di superiorità ma anche impaurito, arrivando a definire i suoi compagni come “un branco di pazzi”. La bravura del regista e, ancor prima, dello scrittore sta proprio nel far percepire lo sdegno dettato dai pregiudizi, quasi dimenticandosi del fatto che anche loro sono delle persone.
La storia assumerà un connotato diverso nel momento in cui il protagonista terrà un atteggiamento di apertura, mescolandosi in un contesto che lo farà crescere come mai avrebbe pensato. Per il resto, questo è il link per godervi questa piccola eccellenza italiana.
La chiave di lettura oltre la serie
Oltre a questa bellissima storia c’è un mondo da aprire e comprendere. “Non c’è via di fuga, affogo nella mia mente” è una delle frasi più suggestive pronunciate dal protagonista. Ciò che tengono a mostrare gli autori è la morsa in cui egli si trova chiuso e da cui non riesce a sottrarsi. La volontà è quella di aiutare a far comprendere la situazione psicologica precaria, di dare una spiegazione a tanti gesti apparentemente “folli” che in realtà hanno un loro perché.
Malgrado inizialmente venga presentato uno scenario lugubre e senza via di scampo, la serie diventa un crescendo di speranza e di soluzioni. La poesia sarà la fune a cui aggrapparsi per risalire dal fondo. Sarà grazie a essa che Daniele ritroverà uno scopo di vita, il vero significato di “salvezza” che lo guiderà verso la guarigione. Dall’altra parte invece, la situazione di alcuni dei suoi fedelissimi compagni è ben diversa. Non tutti riusciranno a vedere la luce in fondo al tunnel e si dovranno arrendere ad una gabbia interna che il loro cervello ha creato. E così i “fratelli offerti dalla vita, trovati sulla stessa barca, in mezzo alla stessa tempesta” si separeranno per sempre.
Non è ovviamente casuale questa aderenza alla realtà, metafora di come una malattia psichiatrica si nutra ogni giorno di piccole debolezze, che a volte possono risultare fatali.
La sanità mentale nel pensiero comune
Generalmente la società, in particolare quella italiana, ha sempre visto chi soffre di particolari disturbi psicologici come un soggetto dannoso e da evitare.
Con l’avvento e la diffusione delle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud, fortunatamente il mondo fece un passo in avanti, riuscendo a comprendere tanti lati della complessa mente umana. Ciò però non bastò per scardinare tremendi pregiudizi e, in Italia, si dovette aspettare addirittura il 1978 per la chiusura dei manicomi. La legge che lo permise fu anche criticata perché si percepiva il malato di mente come “irrecuperabile”, incapace di reintegrarsi nella comunità.
Tra lotte ideologiche e interventi statali (come il recente bonus psicologo), la situazione del 2022 in Italia sembra stia lentamente cambiando. La pandemia ha aiutato a comprendere come chiunque possa aver bisogno di un supporto psicologico e che curarsi non significa essere “pazzi”.
Un messaggio importante che dà questa serie è proprio quello che la salvezza può essere raggiunta, ma bisogna avere il coraggio di ammettere le proprie debolezze. La società di oggi ha bisogno di allontanarsi sempre di più dalle paure create dalle generazioni precedenti, rivolgendosi a specialisti anche per problemi psicologici.
È doveroso combattere affinché oggi nessuno si senta inibito da preconcetti popolari e che, esattamente come curerebbe un male fisico, intervenga in tempo anche per uno mentale.
È ora di battersi per la salvezza di tutti. La sanità mentale è un diritto e non deve essere sottovalutata.
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