Una donna promettente: una vendetta al femminile


Il 2020 ci ha purtroppo strappato anche la gioia di godersi le nuove uscite cinematografiche sui grandi schermi, ma con le sale ormai riaperte e la distribuzione dei film ripartita, abbiamo finalmente potuto recuperare tutti i titoli persi.
Fra questi troviamo anche Una donna promettente, il thriller scritto e diretto da Emerald Fennel e vincitore agli Oscar 2021 per la Migliore Sceneggiatura Originale. Il film offre soprattutto un punto di vista interessante sul tema della vendetta, declinata tutta al femminile, ed è proprio di questa visione e di ciò che dovrebbe insegnarci che parleremo oggi. Attenzione! Sono presenti lievi spoiler (ma tranquilli, le sorprese migliori le ho omesse).

Uno sguardo alla trama

Una donna promettente vede come protagonista Cassey Thomas (interpretata da Carey Mulligan), una giovane donna con alle spalle una brillante carriera medica abbandonata e che ora conduce una vita mediocre e senza grandi passioni. Cassey coltiva però da tempo un suo piccolo rituale: ogni settimana va in un locale, si finge totalmente ubriaca e, quando un uomo la porta a casa per approfittarsi di lei, rivela la sua lucidità e lo terrorizza, mettendolo faccia a faccia con la sua vera natura.

una donna promettente

Il punto di rottura della sua vita è sette anni indietro, quando la sua migliore amica, Nina Fisher, viene violentata e umiliata durante una festa al college. Ciò porta entrambe a lasciare gli studi nel tentativo di sfuggire all’incubo, ma l’orrore di ciò che è successo finirà comunque per schiacciare Nina, che si toglierà poi la vita. Il fantasma della sua amica e il peso del senso di colpa continuano a tormentare Cassey e la miccia si riaccende più violenta che mai quando viene a scoprire che il compagno di corso che aveva violentato Nina, Alexander Monroe, vive una vita serena e sta per sposarsi. L’indignazione la spinge ad elaborare un piano di vendetta contro le persone coinvolte in un modo o nell’altro con lo stupro di Nina.

La vendetta psicologica

Lo schema di Cassey ha diverse tappe, che corrispondono alle figure chiave nella vicenda di Nina: Madison, ovvero l’amica che si era rifiutata di difenderla, la rettrice Elizabeth Walker, che aveva ignorato la denuncia della vittima, l’ex avvocato di Alexander e infine Alexander stesso. Per ognuno di loro elabora una messa in scena in base alla natura delle loro colpe, ma il vero punto interessante è che nessuna di queste è una punizione fisica: a differenza di molti revenge-movies, qui non vediamo cadere nemmeno una goccia di sangue.

Ciò che Cassey fa è mettere chi ha davanti nel ruolo di vittima, facendo leva sui loro punti deboli per strapparli dalla bolla di indifferenza e gettarli nel terrore. L’esempio più eclatante è ciò che succede con la rettrice. Nella conversazione che le due hanno nel suo ufficio, all’inizio la donna prende le difese dei ragazzi nei casi di denunce per stupro, ma quando Cassey le racconta di aver lasciato sua figlia adolescente in una stanza dei dormitori insieme ad alcuni studenti il suo punto di vista cambia totalmente, poiché ad essere una potenziale vittima stavolta è qualcuno a lei caro.

Nulla di tutto ciò è vero, ma l’importante è obbligare tutti ad ammettere ciò che hanno fatto a Nina e quindi, in generale, di non essere tanto innocenti quanto credono. Questa presa di responsabilità ferisce più di qualunque lama ed è l’unico modo per far tornare in vita le storie delle donne lasciate marcire nel dimenticatoio. Se una vendetta violenta può dare pace al personaggio e intrattenere lo spettatore, la vendetta psicologica, più sottile ma altrettanto potente, ci obbliga a prendere consapevolezza noi stessi del modo in cui ragioniamo e ci comportiamo nella nostra vita di tutti i giorni.

Siamo tutti colpevoli

Il secondo elemento interessante è come la colpa ricada su diverse persone. Non è solo Alexander a cui bisogna dare la caccia, ma anche tutti quelli che non hanno fatto niente per fermarlo o che addirittura lo hanno aiutato a farla franca.

Nel mirino ci sono quelle donne che non mostrano solidarietà per le vittime, ma che anzi le sminuiscono e criticano, idea che emerge nel personaggio di Madison. Viene attaccato anche il sistema legale, corrotto da un bias per cui è sempre il “lui” ad aver ragione. Questo elemento è rappresentato dall’avvocato, un uomo ormai pentito per tutti i violentatori che ha aiutato in passato e che proprio per questa sua redenzione sfugge alla furia di Cassey. Infine viene criticata anche l’omertà, ovvero l’atteggiamento di tutti quelli che sanno ma fanno finta di esserne all’oscuro per convenienza. Nel film è Ryan, il ragazzo di Cassey, ad essere colpevole in questo senso: si scopre infatti che era presente al momento dello stupro, ma che non ha mai fatto nulla per aiutare Nina. Anche colui che ci viene presentato come un autentico esemplare di “bravo ragazzo” finisce per rivelarsi un cattivo.

una donna promettente
Cassey e Ryan (Bo Burnham) in una scena del film

Ciò che forse dovrebbe arrivare a noi è che, se da una parte è facile puntare il dito contro chi commette fisicamente il crimine (e anche in questo caso non lo si fa mai apertamente), dall’altro una questione come quella delle violenze sessuali abbraccia tutta la nostra società. Ognuno di noi è potenzialmente parte del problema e l’unico modo per scampare alla condanna è schierarci contro di esso in prima linea.

Tirando le somme

Una donna promettente rimane un film che prende dal primo minuto e accompagna in un crescendo di tensione fino al gran finale, un colpo di scena che appaga lo spettatore fino in fondo. Cassey è la paladina della giustizia che si rifiuta di dimenticare ciò che è successo a Nina e che porta avanti la sua vendetta geniale fino a incastrare una volta per tutte i colpevoli, vissuti fino a quel momento in piena libertà. L’ossatura è comunque l’enorme importanza sociale del tema dello stupro, che la regista ha saputo portare sui grandi schermi incarnandolo in una storia avvincente e piena di energia dalle tinte rosa.

Una donna promettente è ancora disponibile in alcune sale (che potete cercare qui), mentre non è chiaro su quali piattaforme digitali sarà possibile guardarlo in futuro. Ad ogni modo vi suggerisco caldamente di recuperarlo e soprattutto di consigliarlo a tutti quei “bravi ragazzi” che sono sicura avrete incontrato anche voi almeno una volta nella vita. Qui il trailer:


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