Nella serata di sabato 17 settembre, dove le temperature autunnali hanno spazzato via l’estate, ho avuto la possibilità di assistere all’ultima data del tour estivo di Vasco Brondi. Ultima serata anche della programmazione di concerti organizzata a Piazzale degli Alpini a Bergamo da NXT Festival, Bergamo1000 e Latteria Molloy.
Ho assistito a diversi live di Vasco Brondi negli anni e ognuno di essi è sempre stato un modo, oltre che per cantare le sue canzoni, per riflettere sul passato e sul presente. Questo grazie alle parole dei suoi testi e alle celebri poesie che, negli ultimi anni, ha scelto di affiancare alle canzoni.
Dopo la chiusura del progetto decennale de Le luci della centrale elettrica, Vasco Brondi ha intrapreso un nuovo percorso musicale, che l’ha portato a pubblicare un primo disco Paesaggio dopo la battaglia nel 2021 e il nuovo singolo Va dove ti esplode il cuore, a maggio 2022 per Carosello Records.
Sono tre estati che il cantante realizza dei tour che gli hanno permesso di ritrovare il contatto con il pubblico, di presentare i suoi nuovi brani, affiancandoli alle canzoni del passato e ai pezzi dei suoi maestri, dei suoi talismani in questi tempi incerti (riprendendo il nome del tour che ha realizzato nel 2020) come Franco Battiato, Charles Bukowski, i CCCP e Erri De Luca.
Il racconto del concerto di Vasco Brondi
Con grandi speranze, occhi aperti e cuori socchiusi – citando il brano Mistica – si apre il concerto di Vasco Brondi. Salgono sul palco con Vasco: Andrea Faccioli Cabeki (chitarre e cori), Andrea Pesce (pianoforte e cori), Daniela Savoldi (violoncello e cori), Simone De Filippis (synth, moog, elettronica e cori), e Niccolò Fornabaio (batteria e percussioni.)
Il cantautore ferrarese sul palco ci presenta il suo ultimo lavoro in studio Paesaggio dopo la battaglia. Al suo interno troviamo brani come la title track che descrive un’Italia “maledetta, benedetta, solitaria”, una nazione ai tempi del Covid, ma anche uno stato caratterizzato da diversi governi e carceri affollate.
Vasco Brondi presenta ogni brano prima di cantarlo, permettendo così al pubblico di entrare nel suo mondo, nelle riflessioni che l’hanno portato a scrivere queste parole e ai temi che ha voluto mettere in luce. È il caso di 26000 giorni, una canzone che mette al centro il prezioso valore della vita umana, che deve essere vissuta pienamente. Ne segue Due animali in una stanza, dove è raccontata la millesima notte d’amore e il percorso che lega due persone che stanno insieme.
Va dove ti esplode il cuore, invece, è l’ultimo brano pubblicato dall’artista: si torna indietro nel passato perché vengono descritti i tour nella provincia di Ferrara che Brondi ha fatto agli inizi della sua carriera.
Vasco non è solo un musicista ma anche un artista a tutto tondo: ha scritto diversi libri con il progetto de Le luci della centrale elettrica, è maestro di yoga e ha di recente registrato la voce per un audiolibro: La società della stanchezza di Byung-Chul Han.
Nel testo sopra citato, il filosofo sudcoreano sostiene come al centro della nostra collettività ci sia la prestazione, l’idea di darsi da fare in tutti i modi; cercando di migliorarsi sempre e non fermandosi mai, nonostante tutto ciò ci renda insoddisfatti e sfiniti. Brondi ci presenta quindi Nel profondo Veneto – brano tratto dal disco Terra – dove la protagonista è una ragazza che scappa nella provincia lontana per fermarsi, per godersi il lusso del tempo e del silenzio che la città non ci regala.
In un concerto come quello di Vasco Brondi non potevano mancare delle riflessioni su tutto ciò che sta accadendo al nostro pianeta a causa dei cambiamenti climatici. Il cantante cita l’alluvione che ha colpito le Marche e sottolinea come noi uomini dobbiamo cambiare il nostro punto di vista e influire positivamente sul nostro territorio, al posto di continuare a fare finta di nulla, di avvelenare i fiumi e distruggere i paesaggi. È grazie a questa introduzione che l’artista presenta il celebre brano Cara Catastrofe, che mi ha permesso di venire a conoscenza di questo autore nel lontano 2010.
Vasco ha fatto un tuffo nel passato cantando brani storici come C’eravamo abbastanza amati, Quando tornerai dall’estero e Le ragazze stanno bene. Realizza anche un omaggio al maestro Battiato cantando Bandiera Bianca. È emozionante vedere come, dopo due estati di concerti da seduti con le mascherine, si ritornino a urlare a gran voce brani che hanno segnato e continuano a segnare la nostra vita, che raccontano di amori, di provincia e di viaggi interiori.
Menzione d’onore anche ad Annarella, lo storico brano dei CCCP che Vasco Brondi ha scelto di cantare a sorpresa. Rendendo così omaggio a una delle band più influenti degli anni ’80, tra i già citati talismani del cantautore.
Il concerto si è concluso con i ringraziamenti e gli applausi del pubblico all’artista e ai musicistə, sotto le note di Com’è profondo il mare di Lucio Dalla.
Grazie Vasco Brondi per averci regalato una serata piena di emozioni e di riflessioni; per aver omaggiato dei grandi maestri e per restare, per il pubblico, uno dei talismani in questi tempi incerti, con le tue parole e la tua chitarra nera.
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